Fascisti arrestati: volevano istituire un Osservatorio sulla magistratura e avevano appoggi dal potere esecutivo
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Fascisti arrestati: volevano istituire un Osservatorio sulla magistratura e avevano appoggi dal potere esecutivo

Il progetto fascista prevedeva la richiesta di appoggio "di altissimi livelli del potere Esecutivo e di altri

Fascisti arrestati: volevano istituire un Osservatorio sulla magistratura e avevano appoggi dal potere esecutivo
Fascisti a Predappio
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21 Luglio 2023 - 11.43


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A Caltanissetta la Dia ha arrestato due fascisti che volevano costituire un “Osservatorio” delle attività della magistratura. Si tratta dell’avvocato Stefano Menicacci e Domenico Romeo, accusati di false informazioni a pubblico ministero aggravate dall’aver mentito in un procedimento per strage. Entrambi sono finiti ai domiciliari.

L’inchiesta nasce da intercettazioni, in cui gli interlocutori si sono definiti “fascisti”. Del progetto farebbero parte anche componenti occulti, per colpire alcuni magistrati “non graditi”. 

Il progetto fascista prevedeva la richiesta di appoggio “di altissimi livelli del potere Esecutivo e di altri – si legge nel comunicato della Procura – avallo che gli associati affermano, nei loro colloqui, di avere già ottenuto”. Nessun esponente delle Istituzioni però è indagato, precisano i pm. L’inchiesta nasce nell’ambito degli accertamenti su presunti interessi dell’eversione nera nella realizzazione della strage di Capaci.

La Dia ha perquisito, inoltre, l’abitazione di Adriano Tilgher, ritenuto dai magistrati esponente di spicco della disciolta organizzazione Avanguardia Nazionale, condannato nel 1981 per riorganizzazione del partito fascista.  Perquisite anche le case dell’avvocato Saverio Ingraffia e di Francesco Scala, docente universitario.

Leggi anche:  Dodici nazi-fascisti sotto inchiesta per istigazione a delinquere aggravata dall'odio razziale

I decreti sono stati emessi dalla Procura nissena per i reati di associazione a delinquere e di violazione della Iegge Anselmi sulle associazioni segrete. “Le due vicende non sono collegate, se non parzialmente e solo da un punto di vista probatorio”, si legge nel comunicato della Procura.

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