Prete italiano partecipò alle torture del regime in Argentina: Nordio firma la sua estradizione
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Prete italiano partecipò alle torture del regime in Argentina: Nordio firma la sua estradizione

Don Franco Reverberi, che risiede a Sorbolo in provincia di Parma, sarà estradato in Argentina. Il via libera è arrivato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. L'uomo ha servito come cappellano militare a Buenos Aires.

Prete italiano partecipò alle torture del regime in Argentina: Nordio firma la sua estradizione
Don Franco Reverberi
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4 Agosto 2023 - 10.54


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Don Franco Reverberi è un prete 85enne accusato di omicidio e tortura durante il regime militare di Buenos Aires. L’uomo, che risiede a Sorbolo in provincia di Parma, sarà estradato in Argentina. Il via libera è arrivato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Reverberi ha servito in Argentina come cappellano militare per l’esercito dal 1976 al 1983. La decisione non è definitiva perché – come spiega il legale che assiste l’Argentina in Italia, avvocato Arturo Salerni – i legali del sacerdote hanno presentano un nuovo ricorso contro l’estradizione alla Corte di Cassazione dopo che la Suprema Corte aveva già emesso una sentenza con rinvio alla Corte d’Appello di Bologna la quale, a sua volta, in un’udienza a porte chiuse ha accolto la richiesta avanzata dalla Repubblica Argentina nei confronti del sacerdote che compierà 86 anni a dicembre. 

Anche questa decisione è stata impugnata. Il ministero della Giustizia dovrà con ogni probabilità esprimersi una seconda volta sull’estradizione del prete dopo la decisione della Cassazione.

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Don Reverberi ha lasciato l’Argentina nel 2011 dopo che in un primo processo celebrato sui crimini durante la dittatura militare nella provincia occidentale di Mendoza sarebbero emerse, dalle testimonianze dei sopravvissuti, sue responsabilità personali per aver fatto parte di gruppi di militari dediti alle torture e alle sparizioni di persone – circa 30mila gli scomparsi in Argentina in quel periodo secondo gruppi per i diritti umani – e aver assistito alle brutali violenze invitando le vittime a collaborare con le forze armate. Tra le accuse in particolare l’uccisione nel 1976 del 22enne José Guillermo Berón e la tortura di molti altri uomini.

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