L’estate porta con sé scontrini caldi in molte località. A Monza, un piattino vuoto richiesto al tavolo costa due euro. Nel cuore di Maranello, invece, la comitiva che si gode una cena a base di tigelle si ritrova a fronteggiare un conto salato di 845 euro. Un aperitivo ordinato a Verona risulta in un conto di 64 euro. Insomma, gli scontrini infuocati caratterizzano questa stagione.
Persino un semplice espresso ai tavolini del bar dell’albergo costa ben 30 euro. Una segnalazione recente proviene da una coppia di romani in vacanza in Sardegna. Seduti al tavolino del pittoresco bar Portico all’Hotel Cervo, hanno ordinato due caffè e due bottigliette d’acqua, trovandosi di fronte a un conto di 60 euro. Anche se la location è suggestiva, la cifra sembra eccessiva.
Oltre ai caffè, sono stati serviti due piattini di cioccolatini. Tuttavia, 30 euro per un caffè rimangono decisamente fuori da ogni aspettativa ragionevole. Alla richiesta di spiegazioni sulla cifra, i gestori hanno risposto che si tratta di un’esperienza più che di un semplice caffè. In realtà, si è trattato di caffè con acqua e due dolcetti.
Il problema dei costi elevati non sembra limitarsi alle spiagge, ma persiste anche nelle aree di servizio lungo le autostrade. Giustitalia riferisce di un episodio in cui due romani, di ritorno da una breve vacanza a Celico vicino Cosenza, si sono fermati all’Autogrill di Teano per uno spuntino. Hanno ordinato due focacce alla mortadella e una bottiglietta d’acqua e si sono ritrovati a pagare 18,20 euro al totale (8,10 euro a panino e 2 euro per l’acqua). L’associazione ha deciso di segnalare l’episodio al Garante per la sorveglianza sui prezzi.
