Il boss di camorra Luigi Cacciapuoti è stato arrestato a Giugliano, in provincia di Napoli. Il 64enne, latitante, è il capo dell’omonimo clan che opera nella zona. Secondo quanto riportato, l’uomo è stato “tradito” da un barboncino, animale di proprietà di una donna che incontrava il boss.
Gli investigatori hanno notato il cane affacciarsi da una finestra semichiusa di una grossa villa, facendo emergere il sospetto che quello fosse il nascondiglio di Cacciapuoti. Dopo il blitz nell’abitazione, l’uomo è stato arrestato e condotto in carcere a Secondigliano.
Ad arrestare il boss, che ora sconterà 15 anni di reclusione per associazione mafiosa, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia napoletana.
Fino al momento dell’arresto, i militari erano riusciti a circoscrivere l’area dove il 64enne si nascondeva, ossia la frazione di Varcaturo: ciò è stato possibile grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari. Ma il luogo preciso del nascondiglio era ancora poco chiaro. Così hanno battuto ogni pista, setacciando tutta l’area, fino al giorno in cui hanno notato qualcosa di strano in una villa.
Dalla finestra di quell’abitazione si era infatti affacciato un barboncino, la cui padrona era una donna che incontrava Cacciapuoti. E così tra gli investigatori è cresciuto il sospetto che quello potesse essere il rifugio del latitante. I militari hanno quindi pianificato il blitz, analizzando ogni possibile via di fuga compreso l’impianto fognario comunale che correva nel sottosuolo.
Il giorno del blitz hanno circondato la villa bloccando ogni via di uscita. Cacciapuoti se n’è accorto quando i carabinieri erano ormai a un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre leggeva un articolo di cronaca sulla camorra di Ponticelli, quartiere a est di Napoli. Al momento dell’arresto non ha opposto resistenza.
La villa è stata sequestrata e così anche i documenti d’identità che il 64enne portava con sé: la foto era la sua, ma i dati erano di un’altra persona. Insieme al boss, ora in carcere a Secondigliano, è stata arrestata anche la donna in sua compagnia per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravato dalle modalità mafiose. Anche lei è stata portata in carcere, a Pozzuoli.