Sono passati due mesi dall’omicidio di Michelle Causo, nel quartiere Primavalle di Roma, e sono emersi alcuni passaggi dell’interrogatorio del giovane che ha ucciso l’amica 17enne.
“Ci ho pensato 5 secondi. Ho cominciato ad accoltellarla, lei si muoveva e poi è cascata per terra. Ho cominciato ad accoltellarla che lei era di fronte a me. Non ricordo dove ma l’ho colpita un po’ di volte”, ha raccontato ribadendo che Michelle lo avrebbe minacciato con una pistola e questo avrebbe scatenato la sua reazione. Una versione alla quale i magistrati non hanno creduto
Michelle “ha cominciato ad alzare la voce dicendomi che i soldi le servivano; allora le ho detto che si faceva troppe canne e non si ricordava. Già le avevo detto che non avevo tutti i soldi. Lei era infastidita”, si legge nel suo interrogatorio.
“Stavo sul piano cucina intento a manipolare l’hashish – continua il 17enne – quando all’improvviso mi sono ritrovato una scacciacani davanti al viso”. Il magistrato a questo punto chiede al giovane che cosa volesse dire per scacciacani.
“Una pistola che spara a salve, io lo sapevo che Michelle l’aveva, me l’aveva prestata in passato. Poi mi ha detto che aveva un amico che poteva modificarla”, è la sua risposta. Spaventato, continua il racconto di quei drammatici momenti. Fino al tragico epilogo.
“Vicino a me c’era un contenitore con posate, coltelli e ho cominciato a farmi trenta domande tutte insieme, tipo morire per cinque grammi di fumo. Ho cominciato ad accoltellarla, lei si muoveva e poi è cascata per terra”.