Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe, il bambino ucciso e poi sciolto nell’acido su ordine di Giovanni Brusca e Matteo Messina Denaro, ha commentato all’AdnKronos la morte dell’ex super latitante. «Ancora devo metabolizzare la notizia. Con sé si porta dietro tanti segreti. Ero certo che non avrebbe collaborato».
«Da credente non avrei potuto augurargli la morte. Non si può augurarla a nessuno se si ha un po’ di umanità, ma se fosse rimasto in vita sofferente avrebbe forse capito il dolore enorme che ci ha inflitto». Ai magistrati che lo interrogavano lo scorso febbraio Matteo Messina Denaro, a proposito dell’omicidio del piccolo Di Matteo, spiegò: «Una cosa fatemela dire: forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo, ma con l’omicidio del bambino non c’entro».
Ma per Nicola Di Matteo «il perdono è impossibile. Sono tutti imperdonabili. Tutti. Lo sono per mia madre soprattutto, ma anche per me», dice. Oggi, come nel giorno dell’omicidio del fratello, il dolore si rinnova. «Non sono belle giornate, ancora una volta alla mente vengono quei giorni terribili. E’ una ferita che si riapre sempre, un segno che rimane a vita. Era un bambino, solo un bambino…».
Lo stesso Di Matteo, nel giorno dell’arresto del boss aveva dichiarato: «Mi auguro che possa vivere il più a lungo possibile per avere una lunga sofferenza, la stessa che ha imposto a mio fratello, un ragazzino innocente».