La piazza sotto le Due Torri a Bologna rimarrà chiusa per diversi anni, fino al termine dei lavori di restauro della Torre Garisenda.
La zona con le transenne attorno alla torre, sotto stretta sorveglianza a causa delle oscillazioni anomale, sarà allargata in preparazione per il prossimo cantiere. L’amministrazione comunale ha annunciato l’installazione di una struttura metallica temporanea intorno alla Garisenda e sta lavorando su un piano di mobilità dedicato. Ciò avrà un notevole impatto sulla viabilità e sui servizi di trasporto pubblico, con la necessità di deviare 645 corse durante i giorni feriali.
Il piano di mobilità per il restauro delle Due Torri a Bologna
A restare chiusa sarà dunque piazza di Porta Ravegnana, sotto le Due Torri. Per il momento il Comune conferma il piano di mobilità provvisorio scattato sabato 22 ottobre per effettuare controlli e monitoraggio alla Garisenda, ma nei prossimi mesi sarà predisposto un piano definitivo valido per i prossimi anni. L’impatto sul trasporto pubblico è importante. Diversi mezzi di Tper, la società locale, sono deviati: in tutto si tratta di 645 corse nei giorni feriali, quelle che prima percorrevano via San Vitale e via Rizzoli in direzione di via Ugo Bassi. Continuano invece a circolare su via Rizzoli 1.187 corse di bus, di cui 654 proseguono per Strada Maggiore e 533 in via Castiglione. Per garantire l’accesso ai residenti, consegna merci e accedenti a posti auto dell’area attorno alle Due Torri sono sospesi i varchi Rita di via Ugo Bassi in entrata e di via Rizzoli in uscita, sospensione fino all’inserimento delle targhe autorizzate.
Il sindaco: “Edificio non crolla, ma ha bisogno del restauro”
“Non interveniamo perché pensiamo che possa crollare da un momento all’altro. Oggi interveniamo perché vogliamo metterla in sicurezza e restaurarla”. Lo ha affermato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, spiegando in conferenza stampa gli interventi previsti per la torre Garisenda. Il primo cittadino ha precisato che ancora non sono stati stabiliti i tempi del cantiere e nemmeno i costi – deve ancora arrivare il progetto – ma “dovremmo probabilmente finire il mandato in questa situazione”. Anche per questo motivo, sarà definito un nuovo piano della mobilità, a fronte della pedonalizzazione per anni di piazza di Porta Ravegnana e della chiusura al traffico di via San Vitale, con il blocco che sarà posizionato in via Guido Reni.
Le tre fasi di messa in sicurezza del cantiere
La pedonalizzazione è stata decisa per consentire il cantiere di messa in sicurezza “che sarà ingombrante” e che prevede tre fasi: la prima per progettare la struttura di protezione, allestire il cantiere, fare i monitoraggi e aggiornare il piano di protezione civile, la seconda prevede la realizzazione del recinto di protezione e la terza la vera e propria struttura che conterrà la torre.