Il sindaco di Lampedusa: "Siamo la zattera del Mediterraneo, insopportabile il silenzio dell'Europa"
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Il sindaco di Lampedusa: "Siamo la zattera del Mediterraneo, insopportabile il silenzio dell'Europa"

Migranti, Filippo Mannino: «Sono veramente rammaricato e indignato per atteggiamento dell'Europa, che continua a rimanere inerme di fronte all'emergenza umanitaria del Mediterraneo, lasciando sola l'Italia e, in particolare, Lampedusa».

Il sindaco di Lampedusa: "Siamo la zattera del Mediterraneo, insopportabile il silenzio dell'Europa"
Migranri a Lampedusa
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21 Novembre 2023 - 11.08


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L’ennesima tragedia dei migranti a Lampedusa, con la morte di una bimba di quasi 2 anni appena sbarcata sull’isola siciliana. Una situazione disumana che il sindaco Filippo Mannino è tornato a denunciare, ai microfoni dell’AdnKronos.

«Sono veramente rammaricato e indignato per atteggiamento dell’Europa, che continua a rimanere inerme di fronte all’emergenza umanitaria del Mediterraneo, lasciando sola l’Italia e, in particolare, Lampedusa a occuparsi di un fenomeno che sta diventando insopportabile anche per le continue morti in mare».

«C’è stata una tragedia, oggi piangiamo una bimba, ma poteva essere una strage. Lampedusa continua a essere una zattera di salvataggio nel Mediterraneo. Ringrazio le forze dell’ordine per il grande lavoro che fanno e i miei due concittadini (i due pescatori che hanno salvato due migranti, ndr) ma l’indifferenza dell’Europa è insopportabile».

«Ho pensato alla mamma della piccola, questa gente scappa cercando una vita migliore e, invece, si trova a piangere i propri figli. E’ una situazione non più sostenibile. Invece di continuare a criticare qualsiasi cosa si faccia, si mettano da parte le ideologie politiche per andare tutti in un’unica direzione. L’Europa è pronta alle critiche non appena ci sono dei tentativi da parte del nostro Governo di fare qualcosa».

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Il riferimento è anche all’accordo con l’Albania. «Uno schiaffo all’Europa che continua a restare ferma», dice Mannino, secondo cui quell’intesa può essere «sia un deterrente (alle partenze, ndr) che un modo per aprire il dibattito politico su questo tema, che continua a essere assente nell’agenda europea. Invece di criticare l’Europa lavori per cambiare il regolamento di Dublino se tiene davvero alla sorte dei migranti».

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