Italia, Arabia Saudita e Corea del Sud sapranno oggi chi organizzerà l’Expo 2030. A Parigi il verdetto definitivo sull’evento quinquennale che attira milioni di visitatori e miliardi di investimenti. Negli ultimi mesi le delegazioni dei tre Paesi si sono date da fare per conquistare i voti dei 182 Stati membri del Bureau International des Expositions, organizzando eventi di lobbying nella capitale francese.
La città sudorientale della Corea del Sud, Busan, è in competizione con Riyadh e Roma. Roma ha posto una forte enfasi sui diritti umani e sulla democrazia nella sua candidatura, dipingendosi come un’opzione più etica rispetto a Riyadh, data lo stesso per favorita.
“Roma è la città più credibile per un’esposizione che ha come obiettivo lo sviluppo sostenibile, un’esposizione che rispetta i diritti umani, la diversità, il dialogo, l’inclusione, le donne, la comunità LGBTQ+, i sindacati”, ha detto la scorsa settimana il sindaco Roberto Gualtieri durante una conferenza.
Israele ha deciso di ritirare il suo sostegno alla candidatura dell’Arabia Saudita come Paese ospite dell’Expo 2030. Lo ha reso noto il quotidiano israeliano «Times of Israel», secondo cui la decisione è arrivata dopo che il governo saudita ha criticato le operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza, chiedendo alla comunità internazionale di imporre un embargo sulle armi contro lo Stato ebraico. Parigi invece sosterrà la candidatura dell’Arabia Saudita.
