Ospedale di Tivoli, poteva essere una strage. “Abbiamo messo le lenzuola bagnate sotto le porte per non far passare il fumo. Pensavamo solo a salvare i pazienti. È stato orribile”.
Maria Grazia Angelucci, la direttrice dell’unità di rianimazione dell’ospedale di Tivoli, ha raccontato al Corriere della Sera i tragici momenti dell’incendio. “Intorno alle 23 abbiamo iniziato a sentire odore di fumo, ma temevo si trattasse di un guasto ai nostri macchinari, magari un piccolo corto circuito. Mi sono affacciata in corridoio e ho visto un fumo nerissimo che si stava diffondendo”.
“Il nostro primo pensiero è stato per i pazienti. Ma come potevamo salvarli? Erano sei malati, di cui quattro intubati. Ci siamo barricati all`interno del reparto rianimazione, poi abbiamo messo le lenzuola bagnate a terra sotto le porte in mondo da non far penetrare il fumo. Un incubo, peggiorato quando è andata via la luce”.
“I telefoni non funzionavano, è stato orribile, ci sentivamo in trappola, senza alcuna via di uscita. Ci siamo mossi con le luci di emergenza, per fortuna il gruppo elettrogeno ha retto e non c`è stato problema per i pazienti in ventilazione assistita.
Cercavamo di rassicurare i malati svegli, ma anche noi eravamo terrorizzati. Abbiamo solo aspettato e pregato”.