Gli ex vertici di Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, e Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, sono stati assolti in appello a Milano nel processo per falso in bilancio e aggiotaggio sul filone delle indagini che riguarda la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Anche la banca è stata assolta, ribaltando di fatto la sentenza di primo grado che aveva condannato i primi due a 6 anni, il terzo a 3 anni e mezzo di reclusione e Monte Paschi a 800 mila euro di sanzione pecuniaria.
La Corte ha assolto gli imputati con la formula ‘perché il fatto non sussiste’. Viola e Profumo, dopo la lettura del dispositivo, si sono abbracciati visibilmente commossi. Al centro del processo, per cui ora sono stati tutti assolti, c’è la presunta “erronea” e “persistente” contabilizzazione nei conti della banca senese di Alexandria e Santorini (che erano stati sottoscritti con Deutsche Bank e Nomura dalla precedente gestione, quando presidente dell’istituto era Giuseppe Mussari) come operazioni di pronti contro termine sui titoli di stato, e quindi a saldi aperti, e non come derivati, e quindi a saldi chiusi.
Contabilizzazione avvenuta nel 2012, 2013 e 2014 e nella prima semestrale del 2015, quando Viola e Profumo erano ai vertici, e che avrebbe avuto, secondo l’accusa, lo scopo di coprire le perdite di Rocca Salimbeni dopo l’acquisizione di Antonveneta.
“Sono emozionato, dopo otto anni di sofferenza, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia e sono molto contento anche per la banca, perché si chiude questa triste vicenda”. Così Alessandro Profumo, ex presidente di Mps, ha commentato, con la voce rotta dal pianto.