Bella, partecipata, determinata: una grande manifestazione a Roma con la Palestina nel cuore
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Bella, partecipata, determinata: una grande manifestazione a Roma con la Palestina nel cuore

Bella. Partecipata. Colorata. Plurale. Determinata. È la manifestazione nazionale di Roma. Con la Palestina nel cuore.

Bella, partecipata, determinata: una grande manifestazione a Roma con la Palestina nel cuore
Manifestazione per la pace in Palestina
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

9 Marzo 2024 - 18.52


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Bella. Partecipata. Colorata. Plurale. Determinata. È la manifestazione nazionale di Roma. Con la Palestina nel cuore. “Siamo ebrei e palestinesi, siamo russi e ucraini, l’umanità non ha confini”, si legge su uno degli striscioni presenti. Al corteo si sono uniti, tra gli altri, anche Elio Germano e Fiorella Mannoia. Presenti anche alcuni esponenti politici, tra cui Angelo Bonelli (Verdi), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Filiberto Zarattidi Avs, Laura Boldrini del Pd e l’ex sindaco di NapolLuigi De Magistris.Presente anche Massimo D’Alema.  “Ribadiremo che usare i manganelli per rispondere alle manifestazioni è un fallimento e chiederemo il cessate il fuoco in Palestina e l’apertura di un tavolo per costruire una pace giusta”, sostiene la Cgil.

“Per la libertà di manifestare, per il cessate il fuoco a Gaza, per la pace e la giustizia in Medio Oriente”, recita lo striscione in apertura di corteo. Migliaia di bandiere del sindacato, della pace e anche della Palestina sventolano tra la folla sopra altri striscioni in cui si legge “stop al massacro” o “stop al genocidio, voi i manganelli noi la pace”, come scrivono gli universitari (Uds) e studenti medi. Presente anche l’Anpi con il presidente Gianfranco Pagliarulo.

“Qui non c’è solo la Cgil ma tutte le associazioni che in questo anno hanno riempito le piazze per la pace. Credo sia molto importante la risposta che c’è oggi, come si può vedere c’è una domanda di pace”, afferma il segretario nazionale Landini. “Fermare il massacro e liberare tutti gli ostaggi – ha poi aggiunto – Noi stiamo chiedendo un immediato cessate il fuoco, che si fermi il massacro del popolo palestinese. La condizione è che vengano applicate le direttive dell’Onu a partire da due popoli, due stati. Pensiamo che sia necessario che tutti i governi lavorino per attivare una conferenza vera di pace e pensiamo che quello che sta facendo Netanyahu è contro il proprio popolo israeliano. Siamo qui a difendere il diritto di tutte e due i popoli ad esistere ma bisogna fermare il massacro in atto, smetterla con le armi e avviare un dialogo concreto per ricostruire la pace”.

D’Alema si è invece rifiutato di entrare nel merito della discussione sull’uso, improprio o meno, del termine “genocidio”, spiegando che la sostanza, con oltre 30mila morti di cui 12mila bambini, non cambia: “Io non voglio entrare in una disputa nominalistica e trovo persino scandaloso che ci sia – ha dichiarato – Il fatto che sono stati uccisi quasi 12mila bambini è sufficiente. Non so come lo si vuole chiamare. Probabilmente saranno consolati i genitori dall’informazione che non si è trattato di genocidio, ma soltanto di un massacro”. Ed è poi passato ad attaccare il governo per la mancata presa di posizione su un cessate il fuoco immediato: “Il governo italiano si è astenuto alle Nazioni Unite per il cessate il fuoco, è una cosa che nessun governo del passato avrebbe mai potuto fare. Mi riferisco ai governi democristiani, nessun governo. Quindi è una posizione che mi sembra renda piuttosto difficile la condivisione”.

Non c’è molto altro da dire. Se non una cosa. Quando si disserta se esista una sinistra che ha memoria di sé e dei valori che l’hanno caratterizzata, in primis la difesa della pace e l’internazionalismo, beh, questa sinistra era in piazza oggi a Roma. Chi non c’era ha perso molto. Vero Elly Schlein?

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