Salvini arranca nella Lega: scoppia il caso Zaia mentre non tutti vedono bene la candidatura di Vannacci
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Salvini arranca nella Lega: scoppia il caso Zaia mentre non tutti vedono bene la candidatura di Vannacci

In Lega tiene banco la questione delle candidature alle prossime elezioni europee. Tra Vannacci e il pressing qui presidenti di regione.

Salvini arranca nella Lega: scoppia il caso Zaia mentre non tutti vedono bene la candidatura di Vannacci
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16 Marzo 2024 - 16.21


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Salvini sempre più isolato in una partita dagli esiti incerto. In Lega tiene banco la questione delle candidature alle prossime elezioni europee: da una parte c’è l’annuncio atteso del generale Vannacci come candidato, dall’altra si registra il pressing di Matteo Salvini sui suoi presidenti di regione, invitandoli a candidarsi in Europa, una proposta che resta attuale.

Anzi, nelle ultime ore, dopo il no al terzo mandato per i governatori, il leader leghista ha indicato la possibilità che Luca Zaia si trasferisca a Bruxelles: «Visto che nei prossimi anni molti degli snodi fondamentali passeranno dall’Europa, un difensore del Veneto in terra d’Europa potrebbe essere utile ai veneti», ha dichiarato il vicepremier e segretario della Lega durante una diretta televisiva.

Sul primo punto, la vicenda Vannacci, non pare però che la linea Salvini sia del tutto condivisa in Lega, come testimonia il video ormai virale sulle chat dei leghisti e non solo, con le parole di Gian Marco Centinaio («da militante preferisco votare chi è in Lega da tempo, chi lavora sui territori», ha detto il vicepresidente del Senato). Oggi anche un vecchio leghista come Giuseppe Leoni che intervistato dal Repubblica, ha detto: «I militari mi sono sempre stati sulle balle, soprattutto quelli del manganello» e poi «questo Vannacci ne dice ogni giorno di tutti i colori».

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Non mette tutti d’accordo neanche l’idea lanciata da Salvini su Zaia, perché come fanno osservare fonti parlamentari europee, non sembra quella una strada realmente praticabile, al di là del significato politico che sta dietro alle parole del leader leghista, che apre a uno scontro con il governatore veneto. «Se restiamo con l’estrema destra in Europa, mi pare difficile poter avere una delle caselle da commissario, magari quello all’agricoltura», spiegano da Strasburgo fonti vicine al Carroccio, non comprendendo la strategia del capo della Lega.

Anche in Veneto l’idea di Salvini non sembra allettare nessuno. Non pare infatti che Zaia sia stato né informato prima dell’uscita del segretario federale, né tanto meno, che si sia convinto a lasciare la sua regione, dove il consenso personale sfiora l’80% delle preferenze.

Fonti vicine al governatore veneto assicurano poi che non è passata inosservata la reazione stizzita del Doge. Zaia, sottolineano dal territorio «le cose che pensa di fare le fa, non si fa certo bloccare un emendamento come è successo a Salvini sia in Commissione che in Aula del Senato, ad esempio sul terzo mandato…». Salvini intanto riunirà gli alleati della destra europea a Roma, sabato 23. Evento dove a differenza della analoga kermesse di Firenze, lo scorso 3 dicembre, non saranno presenti i governatori, a partire proprio dallo stesso Zaia.

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