Tragedia evitata a Bobbio (Piacenza).
Un carabiniere ha salvato un ragazzo di 20 anni che si era buttato da un tetto alto di circa sei metri, attutendone la caduta facendo da scudo con il proprio corpo. Protagonista di questa storia a lieto fine è il maresciallo Gabriele Renna. Il ragazzo, visibilmente alterato dall’alcol e con problemi psichici, è stato visto scivolare dal tetto.
“L’ho visto scivolare e mi è venuto istintivo”, ha commentato il militare. Il giovane è stato portato in elicottero all’ospedale Maggiore di Parma con diversi traumi, ma non è in pericolo di vita, mentre il sottufficiale non ha riportato ferite.
Sabato verso mezzogiorno i carabinieri avevano ricevuto una segnalazione da un familiare del ragazzo. Nella chiamata, i militari erano stati informati che il giovane aveva pubblicato sui social un messaggio in cui manifestava l’intenzione di farla finita. Il maresciallo, comandante della stazione dei carabinieri di Bobbio, che conosce il ragazzo e sa dove abita, si è immediatamente precipitato con un collega nella casa di campagna dove il ventenne vive con il padre.
Arrivati sul posto, i due hanno avvistato il giovane sul tetto, molto probabilmente ubriaco. Dopo aver cercato invano di convincerlo a rientrare, il maresciallo ha incaricato il collega di raggiungere il ragazzo sul tetto mentre lui lo teneva impegnato parlandogli. In pochi minuti, però, la situazione è precipitata.
“Il giovane ha iniziato a lasciarsi andare aggrappandosi con le mani alla grondaia. Il resto del corpo dondolava nel vuoto”. Quando il 20enne è precipitato, il maresciallo si è tuffato di schiena nella traiettoria del volo del giovane, che lo ha centrato. “Ho avuto l’istinto di andargli incontro per attutire il colpo e così ci siamo scontrati. È stato come dare una spallata forte a qualcuno. Poi lui è caduto a terra e io pure”, ha raccontato.