Il Vaticano: "La maternità surrogata viola la dignità della donna, sia proibita a livello universale"
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Il Vaticano: "La maternità surrogata viola la dignità della donna, sia proibita a livello universale"

Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato un documento «Dignitas infinita»: "Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio".

Il Vaticano: "La maternità surrogata viola la dignità della donna, sia proibita a livello universale"
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8 Aprile 2024 - 12.34


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Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato un documento «Dignitas infinita» che parla della maternità surrogata, della teoria gender, ponendo l’accento anche sulle violenze digitali che la dignità umana sta subendo.

La pratica della maternità surrogata viola «la dignità della donna stessa che a essa è costretta o decide liberamente di assoggettarvisi. Con tale pratica – si sottolinea -, la donna si distacca del figlio che cresce in lei e diventa un semplice mezzo asservito al guadagno o al desiderio arbitrario di altri. Questo contrasta in ogni modo con la dignità fondamentale di ogni essere umano e il suo diritto di venire sempre riconosciuto per se stesso e mai come strumento per altro».  

«La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica».

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La Chiesa ribadisce che nei confronti delle persone omosessuali va evitato «ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza», denunciando «come contrario alla dignità umana» il fatto che in alcuni luoghi persone «vengano incarcerate, torturate e perfino private del bene della vita unicamente per il proprio orientamento sessuale», ma critica la teoria del gender, «che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali». 

Inoltre viene ricordato che la «vita umana, in tutte le sue componenti,fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio». La teoria del gender «vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale». Quindi bisogna «respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna». 

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Negativo anche il giudizio sul cambio di sesso, che «di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento» anche se «questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie».

Tra le violazioni della dignità umana figura anche la violenza digitale. Nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede «Dignitas infinita» si legge che «il progresso delle tecnologie digitali, che pure offrono molte possibilità per promuovere la dignità umana, inclina sempre più alla creazione di un mondo in cui crescono lo sfruttamento, l’esclusione e la violenza, che possono arrivare a ledere la dignità della persona umana. Si pensi a come sia facile, tramite questi mezzi, mettere in pericolo la buona fama di chiunque con notizie false e con calunnie». Su questo punto Papa Francesco sottolinea che «non è sano confondere la comunicazione con il semplice contatto virtuale». 

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Infatti, «l’ambiente digitale è anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del dark web. I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autentiche. Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo». 

Ed è così che, laddove crescono le possibilità di connessione, «accade paradossalmente che ciascuno si trovi in realtà sempre più isolato e impoverito di relazioni interpersonali»: «nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto e ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima. Il rispetto verso l’altro si sgretola e in tal modo, nello stesso tempo in cui lo sposto, lo ignoro e lo tengo a distanza, senza alcun pudore posso invadere la sua vita fino all’estremo». «Tali tendenze rappresentano un lato oscuro del progresso digitale»

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