Ha rappresentato un pezzo (uno degli ultimi) della nostra Resistenza: nel 2016 morì a 94 anni Giacomo Bruni, l’ultimo componente del gruppo di partigiani dell’Oltrepò Pavese che alla fine della Seconda guerra mondiale si recò a Dongo, dove vennero giustiziati su ordine del Cln Benito Mussolini, la sua amante Claretta Petacci e altri gerarchi fascisti.
Fu proprio Bruni a condurre il camion che, da Dongo, trasportò a Milano (a piazzale Loreto) i cadaveri di Mussolini e della Petacci.
Il suo nome di battaglia era Arturo e faceva parte della divisione alpina Cuneense e poi della brigata garibaldina Crespi. I
“Fu il mio comandante Ciro (Carlo Barbieri) a scegliermi per la missione” raccontò anni ordono ‘Arturo’ alla Provincia Pavese. “Il colonnello Valerio e Landini (capo del servizio di controspionaggio delle formazioni garibaldine dell’Oltrepò) viaggiavano in auto, io ero al volante di un Fiat 634”.
Quando il gruppo di partigiani arrivò dal duce e dalla Petacci “stavano ancora dormendo – aveva aggiunto Bruni – Li svegliarono, dissero a Mussolini che erano venuti a liberarlo e lui esclamò: ‘Se mi liberate vi regalo l’impero’. Ma ormai l’impero non esisteva più”.
Arrivati in piazzale Loreto, “la gente voleva fare scempio dei cadaveri, ricordo una vecchietta che sputò addosso al duce. Quando appesero i corpi al distributore, io me n’ero già andato”.