Allenatore di nuoto accusato di aver violentato una sua atleta 14enne: "Che dovevo fare, mi provocava..."
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Allenatore di nuoto accusato di aver violentato una sua atleta 14enne: "Che dovevo fare, mi provocava..."

La madre della giovane nuotatrice al Messaggero: "Per noi è stato un doppio dolore. Accorgerci che quella persona di cui avevamo fiducia e a cui volevamo bene, si era approfittato di nostra figlia".

Allenatore di nuoto accusato di aver violentato una sua atleta 14enne: "Che dovevo fare, mi provocava..."
Una giovane nuotatrice
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23 Maggio 2024 - 09.56


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Per Orazio Ragusa, 28enne allenatore di nuoto, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di violenza sessuale su una sua giovanissima nuotatrice di 14 anni. I fatti risalgono al 10 agosto 2021, quando la giovane atleta di Udine era a Roma con la squadra per partecipare ai campionati italiani. La ragazza sarebbe stata spinta in camera e violentata da Ragusa.

La madre della giovane ha parlato della questione con il Messaggero.

“Per noi è stato un doppio dolore. Accorgerci che quella persona di cui avevamo fiducia e a cui volevamo bene, si era approfittato di nostra figlia. Erano partiti per Roma per i Campionati italiani di nuoto, siamo partiti anche noi ma non potevamo assistere alla gara causa Covid. La vedemmo in streaming”. 

“Mia figlia vince, tant’è vero che quando siamo andati a prenderla in albergo ci è sembrato strano che nella hall ci fossero solo lei e la sua amica. Abbiamo chiesto ma Orazio dov’è? Perché ci aspettavamo di trovarlo lì, a festeggiare”. 

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“Passa del tempo, mia figlia inizia le superiori ma salta il nuoto, alcune mattine non entrava a scuola. Anche quand’eravamo a tavola e capitava di parlare dell’allenatore, vedevo il fastidio sul suo volto. Non era più come prima. Sembrava infastidita da tutto quello che era regola”. 

Durante un colloquio con una psicologa emerge la verità. Dopo anni di indagini si è arrivati ora alla richiesta di rinvio a giudizio. Sua madre, in seguito, affronta l’allenatore: “Erano a delle gare a Riccione e andai a parlarci anche per dargli una possibilità, ma quando lui mi disse “cosa dovevo fare? Sempre lì che mi provoca” io ho percepito che sì, non erano bugie. Le indagini sono andate avanti, fino all’incidente probatorio e a quanto richiesto da ultimo dal pm”.

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