Due scafisti arrestati per la morte per asfissia in stiva di una decina di migranti bengalesi
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Due scafisti arrestati per la morte per asfissia in stiva di una decina di migranti bengalesi

La Polizia ha fermato due egiziani accusati di essere gli scafisti responsabili della morte per asfissia di una decina di migranti bengalesi che si trovavano all'interno della stiva di un barcone nella tragedia in mare avvenuta lo scorso 17 giugno.

Due scafisti arrestati per la morte per asfissia in stiva di una decina di migranti bengalesi
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30 Giugno 2024 - 11.56


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 Una tragedia aggravata dal comportamento di aguzzini senza scrupoli.

La Polizia ha fermato due egiziani accusati di essere gli scafisti responsabili della morte per asfissia di una decina di migranti bengalesi che si trovavano all’interno della stiva di un barcone nella tragedia in mare avvenuta lo scorso 17 giugno.

Secondo le indagini, i due, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, residenti in Libia, avrebbero compiuto atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio nazionale di 54 migranti prevalentemente di nazionalità pakistana e del Bangladesh, il tutto per trarne profitto anche indiretto, conducendo, governando e tracciando la rotta alla guida di un’imbarcazione inadatta ad effettuare quella traversata e in pessime condizioni di sicurezza. I fatti sono avvenuti nelle prime ore dello scorso 17 giugno quando, in acque internazionali, a circa 47 miglia a sud di Lampedusa, la nave Ong Nadir intercettò una barca in legno di circa 10 metri con a bordo 54 migranti e 10 salme presenti all’interno della stiva dell’imbarcazione.

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A bordo della motovedetta della locale Guardia Costiera i migranti soccorsi sono stati trasferiti a Lampedusa, mentre la Nave Ong Nadir trainava a Lampedusa l’imbarcazione intercettata con le 10 salme in stiva. Le indagini condotte presso l’Hotspot di Lampedusa dallo Sco, dalla Sisco di Palermo e dalla Squadra Mobile di Agrigento, attraverso l’audizione di tutti i migranti sbarcati, ha consentito di ricostruire le fasi della traversata in mare dalle coste libiche a quelle italiane, acquisendo gravi elementi indiziari a carico dei due fermati, che avrebbero condotto l’imbarcazione, tenendosi in contatto, al momento dell’imbarco, con i trafficanti che operano sulle coste di Zuhar. In particolare, uno dei due scafisti, minorenne, avrebbe curato le operazioni di imbarco dei migranti, regolando l’ingresso e l’uscita degli stessi dalla stiva dell’imbarcazione.

Il minore ha pure impedito l’uscita dalla stiva delle persone poi morte minacciandole anche con un coltello a serramanico. Le indagini hanno potuto anche identificare compiutamente le 10 vittime giunte sull’isola. Gli indagati sono stati trasferiti in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.

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