Le tensioni in Medio Oriente, accompagnate da episodi di violenza e contestazioni, stanno facendo alzare il livello di allerta in Italia. Mentre si avvicina il 7 ottobre, data simbolica per alcuni gruppi, le misure di sicurezza attorno ai 205 luoghi considerati sensibili – tra cui luoghi di culto, scuole e ambasciate – sono state rafforzate. La comunità ebraica, preoccupata, lancia l’allarme per l’intensificarsi di atti e parole ostili.
Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, ha dichiarato che il clima rischia di degenerare in atti di violenza esplicita contro istituzioni ebraiche e i loro rappresentanti, sottolineando il pericolo imminente.
Nel frattempo, l’intelligence italiana monitora attentamente gli sviluppi della crisi mediorientale e le possibili ripercussioni in Europa. Le forze islamiche, in risposta alle operazioni militari israeliane, potrebbero lanciare una campagna terroristica mirata agli interessi israeliani e dei suoi alleati.
Viene sorvegliata l’attività degli estremisti, anche attraverso i social media, con un’attenzione particolare al rischio di azioni estreme. Questo tema sarà affrontato durante la riunione del G7 dei ministri dell’Interno, che si terrà dal 2 al 4 ottobre ad Avellino, con una sessione dedicata alla sicurezza globale.
L’antisemitismo e il sentimento anti-israeliano si sono acuiti nelle recenti manifestazioni, specialmente a Milano, dove sono comparsi cartelli contro Liliana Segre e il ministro Guido Crosetto. Nonostante non ci siano stati scontri violenti, la tensione è palpabile. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha espresso preoccupazione per i cori e i messaggi di odio che si sentono per le strade italiane, mentre Meghnagi ha paragonato la situazione attuale a quella degli anni ’30 e ’40. Anche il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, ha manifestato il suo timore per l’escalation di odio.
In parallelo, le autorità italiane hanno potenziato la sorveglianza sui siti sensibili, in particolare nei quartieri ebraici di Roma e Venezia. Tutti gli occhi sono ora puntati sulla manifestazione nazionale promossa da gruppi palestinesi prevista a Roma, che commemorerà il 7 ottobre. Sebbene l’evento non abbia ricevuto autorizzazione, i promotori intendono comunque manifestare e stanno cercando di ricorrere al Tar contro il divieto. Il governo, tuttavia, è deciso a non offrire opportunità per possibili atti di violenza.