In Italia, sempre più bambini si trovano a vivere in condizioni di povertà. Secondo Save The Children, il 2023 ha visto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i più piccoli. Tra i minori, il 13,4% dei bambini tra 0 e 3 anni si trova in povertà assoluta, con un’incidenza che sale al 14,8% nella fascia d’età 4-6 anni.
L’Atlante dell’Infanzia (a rischio), giunto alla XV edizione, quest’anno ha messo in evidenza la situazione dei primi anni di vita dei bambini in Italia. Si stima che circa 200mila bambini tra 0 e 5 anni vivano in povertà alimentare, privati di almeno un pasto proteico ogni due giorni; essi rappresentano l’8,5% del totale, e oltre la metà risiede al Sud e nelle isole, dove la percentuale raggiunge il 12,9%, rispetto al 6,7% del Centro e al 6,1% del Nord. A questi si aggiunge il 9,7% dei bambini nella stessa fascia d’età che ha sperimentato la povertà energetica, vivendo in case insufficientemente riscaldate durante l’inverno. Anche su questo fronte emergono disuguaglianze territoriali: il fenomeno interessa il 16,6% dei minori al Sud e nelle isole, contro il 7,3% del Centro e il 5,7% del Nord.
L’Atlante segnala, inoltre, un drastico calo della popolazione infantile: i bambini tra 0 e 2 anni rappresentano ormai solo il 2% della popolazione italiana, e il divario demografico è destinato ad ampliarsi. Un’analisi di Ifel per Save The Children descrive una “desertificazione progressiva” anche nei comuni più piccoli. Nel 2023, in 340 comuni con meno di 5mila abitanti non è nato alcun bambino, e in 72 comuni non ci sono bambini sotto i 2 anni. Il Piemonte ha il maggior numero di comuni senza bimbi sotto i 3 anni (34), seguito da Lombardia (10) e Abruzzo (8). La Sardegna è la regione con la percentuale più bassa di bambini da 0 a 2 anni rispetto alla popolazione (1,49%), mentre la Provincia di Bolzano vanta il tasso più alto, con il 2,76%.
Queste privazioni nei primi anni di vita costituiscono fattori di rischio per la salute e il benessere dei bambini e possono diventare cause di trasmissione della povertà alle generazioni future.