Nonno e zio condannati a 16 anni per aver abusato per molto delle nipotine: i genitori delle piccole erano complici
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Nonno e zio condannati a 16 anni per aver abusato per molto delle nipotine: i genitori delle piccole erano complici

Uno zio e un nonno sono stati condannati a 16 anni di reclusione ciascuno per aver abusato sessualmente delle loro nipotine per anni. I genitori delle vittime non sono stati da meno: condannati a 12 anni e 8 mesi per aver taciuto sugli abusi

Nonno e zio condannati a 16 anni per aver abusato per molto delle nipotine: i genitori delle piccole erano complici
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14 Novembre 2024 - 18.41


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Una sentenza shock ha scosso Palermo. Uno zio e un nonno sono stati condannati a 16 anni di reclusione ciascuno per aver abusato sessualmente delle loro nipotine per anni. I genitori delle vittime non sono stati da meno: condannati a 12 anni e 8 mesi per aver taciuto sugli abusi e, nel caso della madre, aver addirittura agevolato gli aggressori. L’inchiesta, durata un anno, ha rivelato che le violenze sono iniziate quando le bambine avevano meno di dieci anni.

I fatti vanno dal 2011 al 2023

 Le vittime, che oggi hanno 14 e 20 anni, sono state trasferite in una struttura protetta subito dopo la segnalazione del caso. Nonno e zio vennero accusati di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali con l’aggravante di aver commesso il fatto – gli episodi vanno dal 2011 al 2023 – in danno di parenti, con abuso di autorità e nei confronti di minori di 10 anni.

Il racconto di una delle bimbe alla maestra

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 L’indagine dell’Arma, coordinata dalla procura di Palermo, è nata dalla segnalazione di una delle ragazzine, che ha raccontato alla maestra di sostegno che quando aveva 9 anni il nonno e lo zio, approfittando del fatto che a casa non ci fosse nessuno, abusavano di lei sistematicamente.

Abusi confermati dalla sorella

 Nell’ordinanza di custodia cautelare vennero riportate le parole della vittima, che descriveva in dettaglio le violenze subite. Gli abusi sono stati confermati anche dalla sorella con le stesse parole. L’accusa era rappresentata dalla procuratrice aggiunta di Palermo Laura Vaccaro. 

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