Miracolo a Cagliari, vince Zedda
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Miracolo a Cagliari, vince Zedda

Miracolo a Cagliari: l’elettorato è tornato e porta Massimo Zedda verso la vittoria. Se non ci fossero state le primarie, saremmo finiti come a Napoli. Invece è come Milano...

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17 Maggio 2011 - 12.13


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Innanzitutto, l’elettorato è tornato. Questo dato ci aiuta a capire cosa è successo alle elezioni regionali del 2008 e alle provinciali del 2010 e soprattutto quello che è successo alle comunali a Cagliari dal 1994 in poi. Ci aiuta a capire il senso di anni di secessione dell’elettorato progressista.

L’elettorato in generale non è sparito e non è sparito quello di sinistra. Le spiegazioni che ci hanno dato in occasione dell’elezione di Milia si sciolgono al sole. Il punto è che l’elettorato di sinistra non è costituito da “junk voter”, elettori-aliga, onnivori. L’elettorato berlusconiano è per definizione composto da una maggioranza di junk-voters disposti a votare qualsiasi prostituto o prostituta candidata in lista per sostenere acriticamente il Capo nelle sue performance politico-erotiche (il caso dell’elezione di deputati continentali nel PDL sardo grida ancora vendetta!). L’elite dell’elettorato di sinistra è politicamente attenta e moralmente solida. Anche la sinistra ha un suo “junk electorate”, clientelare (mi riferisco ad alcune sacche di assenzialismo e clientelismo), ma la tensione morale è certamente la cifra del votante di sinistra. Lo spessore della proposta politica dei partiti di centro sinistra è essenziale per la mobilitazione di questo elettorato.

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L’elettorato di sinistra per anni può sparire e sdegnosamente ritirarsi nel privato. Ma può tornare di colpo, quando oramai nessuno ci crede.

Questa era la prima scommessa da vincere. Occorreva riconciliarsi con quell’elettorato. Durante le primarie di Cagliari è sembrata una missione impossibile. E se ritorniamo al primo incontro delle primarie, ci sembra incredibile che ci sia ora tanta partecipazione. Quando cercammo di mettere in moto la coalizione (mi riferisco al primo incontro pubblico con i candidati), l’avvertimento era: l’astensionismo è un atto politico (a sinistra) e occorre rispondere con atti politici, cioè con un messaggio chiaro e fortemente innovativo.

Le primarie stesse, con i loro 5600 elettori sono state un momento di scollamento tra la politica ufficiale e la società civile. Occorreva uno sforzo incredibile, una incredibile passione per ottenere il risultato che sembra profilarsi.

Oggi possiamo dire che alle primarie ci siamo trovati davanti ad un bivio: se avesse vinto Cabras ci troveremmo a Napoli (cioè con il caos di Napoli), avendo vinto Zedda ci troviamo a Milano.

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Zedda, che è aiutato anche da Sant’Efisio, ha fatto il primo miracolo alle primarie. Da quel momento la storia di questa città ha preso un’altra piega.

Massimo ha tenuto insieme una coalizione che sembrava voler esplodere e ha tenuto insieme tutto l’elettorato. Si è sciolta al sole la tesi della destra del PD secondo la quale servono candidati lumaconi, borghesi e moderati per vincere nelle grandi città.

Massimo è stato capace di coagulare intorno a sé un forte entusiasmo. Il senso del cambiamento è stato colto da tantissimi elettori di sinistra vecchi e nuovi. Soprattutto i giovani si sono finalmente sentiti rappresentanti da un candidato che vive la città e appartiene alla nuova Cagliari che avanza. Massimo Zedda è stato adottato da questo elettorato che oggi lo porta al ballottaggio. E noi ci crediamo. E ora avanti! Per governare la nostra città. (marco pitzalis)

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