“Berlusconi dovrebbe fare un gesto d’amore per l’Italia e per il centrodestra, prendere atto che vivacchiare è difficile e dannoso per il Paese e passare la mano. Ma non lo farà. E il governo collasserà come un mobile pieno di termiti”. Sono le parole del presidente della Camera e leader di Fli Gianfranco Fini, rispondendo alle domande di un giornalista del Corriere della Sera.
La strada che Fini appoggerebbe è quella di “un governo che adottasse l’agenda Draghi, le quattro o cinque priorità per il Paese”.
Per il presidente della Camera non ci sono più le condizioni per andare avanti con questo governo. Per tal ragione, Berlusconi dovrebbe andare in Aula a “riconoscere che il programma del 2008 non c’è più. Minimizzare sostenendo che la sconfitta è dovuta al mancato taglio delle tasse significa nascondere la testa sotto la sabbia”.
Secondo Fini “servirebbe un esecutivo imperniato nel centrodestra che ha vinto le elezioni ma capace di parlare a tutti gli italiani, che puntasse sulle cose che uniscono anzichè sulle tante che dividono”.
La terza carica dello Stato puntualizza che se si dovesse andare a elezioni anticipate “i poli saranno tre, senza accordi neoulivisti tra forze unite solo dall’idea di sconfiggere Berlusconi”.
Il presidente della Camera conclude con un plauso a Tremonti: è suo “il merito di non averci trascinato al Pireo”, messo “sotto pressione” da Berlusconi e Bossi che temono di “uscire insieme dalla politica”.
E’ per questo che Bossi, secondo Fini, non stacca la spina del governo.
Infine spiega la scelta del Terzo Polo: “non è una convergenza tattica: Casini, Rutelli e io abbiamo storie diverse ma attorno ai nostri valori si puo’ ritrovare un ampio arco di forze responsabili.”
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