Berlusconi convince a metà. Piazza Affari di nuovo negativa
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Berlusconi convince a metà. Piazza Affari di nuovo negativa

Ieri il discorso del premier alla Camera e al Senato, oggi l'incontro con le parti sociali. Ma la Borsa è altalenante.

Berlusconi convince a metà. Piazza Affari di nuovo negativa
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4 Agosto 2011 - 12.00


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di Michela Rossetti

E’ durato poco l’effetto rassicurante del discorso di Silvio Berlusconi ieri alla Camera e al Senato sui mercati finanziari. Dopo un avvio di giornata positivo per la Borsa, trascinata in salita dai titoli bancari, nel giro di poche ore Piazza Affari ha annullato i guadagni e si è rimesso sul trend negativo della settimana, registrando una flessione di circa mezzo punto percentuale. Un andamento non proprio scintillante, in linea con il tenore del discorso del premier ieri. Oggi altra giornata intensa per la politica chiamata a rispondere sui punti critici dell’economia del paese: primo appuntamento a Palazzo Chigi con i ministri capitanati da Giulio Tremonti e presieduti dal Silvio Berlusconi. Seguirà alle 14,30 l’incontro con le opposizioni.


Il discorso alla Camera e al Senato

“L’Italia è solida, sia dal punto di vista politico che economico” ha detto un premier visibilmente stanco e privo di quella verve che ha contraddistinto la sua carriere politica e imprenditoriale. Niente mezzi sorrisini, niente battute e, per una volta, ha risparmiato alla platea anche le sue consuete barzellette: la crisi esiste e la situazione economica del paese è seria, ha finalmente ammesso. C’è poco su cui ridere e scherzare, dunque.
Un discorso slittatto dalle 15 alle 17,30. A borsa chiusa, dunque, per evitare il giudizio immediato dei mercati. Nel caso i titoli a Piazza Affari fossero crollati dopo il suo intervento, sarebbe stato infatti chiarissimo quanto fosse critica la posizione del presidente del Consiglio.
Il premier presenta in Aula un discorso senza sorprese: il governo ha agito al meglio e la crisi non è colpa delle scelte politiche, ma della crisi internazionale. Quindi nessun passo indietro: restiamo in carica fino al 2013.


“Sistema solido”

Berlusconi sottolinea il giudizio positivo dell’Europa sul nostro paese, ultimo quello di Barroso. Ricorda che le banche italiane hanno superato brillantemente gli stess test, e parla della manovra come un grande successo: “Una manovra di quasi 80 miliardi di euro in pochi giorni, dando prova di una grande coesione nazionale come richiesto dal presidente della Repubblica”.
“L’Europa ha approvato la manovra economica dell’Italia”: sostiene il premier. Tutti gli osservatori internazionali hanno giudicato adeguata e in modo positivo la manovra, anche in relazione alla tempistica. L’Ue ha mostrato fiducia e apprezzamento”.


Bersani: “Discorso tutto sbagliato”

Bersani non ci sta. “Credo – inizia il leader del Pd in Aula rivolgendosi a Berlusconi – che lei abbia sbagliato discorso o abbia sbagliato Parlamento”.
“Siamo in una situazione – continua – che non si può descrivere con cieli azzurri e forse qualche nuvola. Unico merito del discorso è stata la scelta di farlo a Borse chiuse”.
Bersani ripete quanto detto nei giorni scorsi, chiedendo le dimissioni del presidente del Consiglio.
“Noi davanti all’emergenza del paese siamo disposti, a fronte di un passo indietro del responsabile di chi ci ha portato fin qui, a fare un passo in avanti”.
“Abbiamo perso sei punti di Pil – aggiunge – nessuno ne ha persi tanti. Ne abbiamo recuperati due scarsi. E ci siamo raccontati che stiamo meglio degli altri…”


L’intervento a Borsa chiusa, la Lega: “Scelta saggia”

Soddisfatta della scelta di parlare a Borsa chiusa la Lega, che nei giorni scorsi aveva espresso timori per l’intervento del premier.
Per il Carroccio la scelta di far slittare i discorsi del presidente è “una cosa saggia” e “assolutamente opportuna” perché “con i mercati aperti ci possono essere turbamenti”.
“La Lega non si divide”: ha poi assicurato Marco Reguzzoni, capogruppo leghista alla Camera. Il riferimento, scontato, è a chi ieri diceva che i “maroniani”, gli uomini vicini al ministro dell’Interno Maroni, non sarebbero stati presenti in Aula.


Giovedì l’incontro con le parti sociali

Giovedì mattina i rappresentanti dell’esecutivo vedranno poi le parti sociali. Alla fine il governo ha ceduto alle pressioni dei sindacati, delle banche e a quelle delle imprese (Emma Marcegaglia lo ha detto chiaramente, al ministro Sacconi: “O viene Silvio Berlusconi, o non veniamo noi”).
L’incontro è fissato per giovedì pomeriggio. Ma senza i leader dell’opposizione, che incontreranno le associazioni giovedì pomeriggio, separatamente.

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