Manovra dei furbetti: la protesta cresce nel web
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Manovra dei furbetti: la protesta cresce nel web

Prima ancora di arrivare alla discussione in Parlamento, le misure anticrisi del governo inciampani nell'indignazione del Paese.

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30 Agosto 2011 - 19.08


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Patria ingrata e studio inutile. Una volta si chiamava “Naia” ed era un anno e mezzo della tua vita. Due anni se avevi la sfortuna di essere arruolato in marina. Più recentemente anno di vita militare, quando c’era ancora la leva obbligatoria. Letteralmente “buttato al vento” dal nuovo provvedimento sulle pensioni deciso dal governo. Come gli anni di università. “Tempo sprecato” per calcolare l’età pensionabile. La politica discute, il web si arrabbia. “State rubando quattro anni di riscatto di studi universitari e un anno di servizio militare mentre i vostri privilegi restano gli stessi”.

L’opposizione si arrabbia. Una volta tanto l’opposizione sentenzia secca sul governo. “Non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali -accusa Bersani- ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più”. Rabbia diffusa contro un governo che -scrivono in molti- “protegge sempre e comunque gli interessi dei più ricchi”.

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Col Web monta la protesta. Facebook e i social network diventano veicolo di una protesta che mette insieme migliaia di cittadini. “Attaccarsi al riscatto della laurea e del servizio militare, non mi sembrano proprio grandi pensieri… Ma perché non intervenire sui grandi patrimoni?”. “Che fine faranno quei diciotto milioni spesi per riscattare la mia laurea?”. Proteste e pentimenti anche tra gli elettori di Lega e centrodestra:”Chi devo ringraziare per aver dato il voto a chi oggi vuole togliermi l’anno di servizio militare ai fini pensionistici?”.

L’antipolitica intanto cresce e prende corpo.“Perché a un parlamentare bastano cinque anni, e anche meno, per poter percepire un vitalizio d’oro?”. Tra i più infuriati, conti alla mano, sono i medici e gli insegnanti. “Un taglio tra i dieci e i dodici anni, considerando che ai sei anni per la laurea vanno aggiunti dai quattro ai sei anni per la specializzazione”. Per gli insegnanti è l’ecatombe: “Costringerànno 350 mila docenti di scuola media e superiore, in gran parte donne, ad andare in pensione a 65 anni.

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Facebook di Radio Padania. “E’ un giorno triste per la Lega Nord, è una vergogna: abbiamo barattato i contributi universitari e militari di tanti poveri giovani per togliere una piccola, ridicola e miserevole tassetta agli amici di Berlusconi”. Sul sito del moderato Corriere della sera, anche peggio. “La supertassa tolta? Ma certamente! Non avrebbe colpito il suo ingente patrimonio familiare? Meglio aggredire allora chi abbia ben poche possibilità di difendersi: lavoratori dipendenti, pensionati e precari”.

Detrazioni e bunga bunga. “Mentre l’autonomo potrà dedurre la serata al bunga bunga come spesa aziendale, il lavoratore dipendente non potrà più dedurre le spese per una visita medica, per cui avrà interesse a pagare in nero. Questo ovviamente farà ancora aumentare al massimo i redditi in nero degli elettori PDL e Lega, farà aumentare l’evasione fiscale e richiederà nuovamente a breve una ulteriore manovra a carico dei lavoratori dipendenti. E’ un circolo vizioso terribile che porterà il sistema infine ad uno scontro sociale di tipo tunisino”.

Sono uno studente di medicina. “La mattina frequento 5 ore di lezione e il pomeriggio per rimanere al passo con gli esami devo studiare altre 6 ore. Probabilmente quando dio ha dichiarato la domenica come giorno di riposo ha escluso noi. Infatti mentre i tuoi amici sono a divertirsi, tu devi rimanere sui libri cercando di non trovare distrazione dai raggi di sole che attraversano la finestra; inoltre devi incassare le domande e (gli insulti) di molti “tu sei un cretino, chi te l’ha fatto fare?vieni a divertirti che è meglio”.

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In piazza il 6 settembre. “Nel 1976 sono partito per il servizio militare con una situazione familiare critica, padre e madre invalidi, e non mi è stato accettato l’esonero in quanto già mio fratello ne aveva usufruito, perciò la mancanza di uno stipendio si è fatta sentire molto. Ora, arrivato alla soglia della pensione dopo 40 di lavoro non posso andare in pensione a causa della leva che era obbligatoria. Mia figlia, laureata 3 anni fa, la consigliai di riscattare la laurea. Ditemi voi se un cittadino non si deve indignare. Inoltre mi si critica perché sciopererò il 6 settembre”.

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