Giù le mani da Palermo
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Giù le mani da Palermo

La politica dei valori. Dopo Cagliari, Palermo? A maggio 2012 si vota per il sindaco e nel capoluogo siciliano ci proverà Nadia Spallitta, nemica del cemento.

Giù le mani da Palermo
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7 Settembre 2011 - 11.22


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di Tancredi Omodei

Occhi e idee chiare. Gli occhi azzurri esplodono di luce tra i capelli che le scendono sulla fronte. Fa caldo a Palermo, ma lo sciopero della Cgil contro la finanziaria ha comunque richiamato tanta gente. “Tanti giovani – dice Nadia Spallitta – perché sono loro quelli che più soffrono e più soffriranno della piega che ha preso questa città”. Nadia Spallitta lo sa, per maggio l’aspetta una corsa, difficile e in salita, alla carica di sindaco della città più difficile da governare, Palermo.


Dal sacco di Palermo.
A fine settembre l’ufficializzazione della candidatura di Nadia. Nel frattempo, lei resiste, seduta nella scomodissima sedia di presidente della commissione urbanistica. Presidente della commissione urbanistica a Palermo, città dove attorno ai piani di sviluppo edilizio si sono fatte ricchezze smisurate, poteri politici epocali e pagine di storia drammatiche e tragiche, e non solo per la città.

Nadia Spallitta è avvocato. A Sinistra, Ecologia e Libertà c’è arrivata da poco. Alla presidenza della commissione urbanistica invece ci arrivò nel mezzo di quei complicati conflitti che hanno spaccato e continuano a spaccare il Pdl. E quando si dovette votare, il Pdl, per non fare apparire spaccatura e sconfitta, preferì sommare i suoi voti a quelli che comunque avrebbero portato Nadia Spallitta alla presidenza della commissione più scomoda.

Ora che il tempo stringe e si avvicinano campagna elettorale ed elezioni, il centrodestra va all’attacco nel tentativo di sbarazzarsi di un presidente che ha saputo dire parecchi no a delibere e varianti che avrebbero permesso di (ri)mettere le mani sulla città. Le mani su Palermo. Nadia Spallita ne è certa e lo denuncia. Per lei il tema della legalità è un filo che attraversa la sua storia personale e il suo impegno professionale e politico. Suo padre, magistrato, fu Procuratore della repubblica di Agrigento e poi di Palermo, nei giorni della cattura di Totò Riina.

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Le mani sulla città. Nadia Spallitta lo ripete a margine dello sciopero generale: “Da una parte posti di lavoro che si perdono a migliaia (Fincantieri, indotto, precari della scuola), dall’altra il tentativo di dare l’assalto agli ultimi fazzoletti di verde, alle pendici della città. Il tentativo di cancellare ville storiche, come a Bonagia, per un mercato di ortofrutta, cancellando anche una fontana del 500”.

L’ultimo assalto. “Sono pronti con le delibere – dice Nadia Spallitta – aspettano un attimo di distrazione dell’opposizione per piazzare le loro varianti: a Boccadifalco per farci una cittadella della polizia, a Ciaculli per farci un centro direzionale della Regione. Non manca l’ennesimo centro commerciale. Anzi, forse è il progetto più desiderato: regalare un’altra mega variante urbanistica a Zamparini perché realizzi un altro mega centro commerciale annesso al nuovo stadio”. Decine e decine di varianti allo strumento urbanistico sono in lista d’attesa, per lo più in aree di verde, in collina, aree assoggettate anche a vincolo per l’elevato rischio idrogeologico.

Sbagliato decennio. O secolo. Il nuovo capitolo delle mani sulla città prevede anche ben 18.000 nuovi alloggi che sulla carta dovrebbero rispondere al fabbisogno abitativo di Palermo. “Una proposta illegittima – dice Nadia Spallitta – perché ancorata alla situazione della città nel 1991 piuttosto che, come per legge, a quella del 2011. E in questi dieci anni la popolazione è diminuita, non cresciuta. Il riferimento quindi diventa strumentale, funzionale a interessi che non sono quelli reali della città”.

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La scadenza di maggio. Il PDL vorrebbe arrivarci dopo essersi sbarazzato dell’ingombrante sindaco uscente, Cammarata. “Cercheranno di farcelo dimenticare”, dice Nadia Spallitta. Pensano ad un commissario ad acta, anche per non esserci quando a dicembre non ci saranno più soldi per pagare lo stipendio alla gesip, la società partecipata che ha stabilizzato l’esercito di precari per la manutenzione e pulizia degli immobili pubblici”.

Pigia pigia, qualcosa viene. In realtà, nel centrodestra i candidati non mancano. In tanti si fanno sotto, ma la sensazione è che sia soltanto per segnare lo spazio e alzare il proprio prezzo. Si sono fatti anche nomi importanti per la corsa a palazzo delle Aquile, quello che più resiste e che potrebbe arrivare al nastro di partenza è quello del Rettore Lagalla, già assessore alla sanità in un governo Cuffaro.

Nel centrosinistra, sul Pd c’è il peso dell’esperienza del governo Lombardo. In qualche modo, il Pd c’è dentro, è presente in importanti momenti di gestione, in società ed enti di formazione. In questo quadro, il Pd mirerebbe ad un accordo elettorale con Mpa, il movimento del presidente della regione, e con l’Udc. E le primarie? Le primarie appaiono difficili, ostacolate da molti o allargate anche a Mpa e Udc.

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La lontana primavera. Con questi chiari di luna, ecco Leoluca Orlando, il sindaco della primavera palermitana. Naturalmente è per le primarie, ma di tutto il centrosinistra. Se così non sarà (e la conoscenza delle cose e degli uomini gli fanno pensare che così non sarà) Orlando si ricandiderà. E proprio sarà necessario e se l’intero centrosinistra, e solo il centrosinistra, non si ritroverà in un candidato comune.

La memoria dei martiri. In questo scenario, ecco la candidatura di Nadia Spallitta. Una scommessa a Palermo, la stessa fatta e vinta a Cagliari con Massimo Zedda. Cagliari ha insegnato che è possibile. La prima a fare il nome di Nadia Spallitta è stata Pina Maisano Grassi, la vedova dell’imprenditore ucciso dalla mafia per aver saputo dire no al pizzo. E con la Grassi, i ragazzi di Addiopizzo e tanti ambientalisti, sensibili alla resistenza di Nadia.


Vecchio titolo, nuovo film.
Le mani sulla città, il potere economico, la politica malata, la mafia. “A noi il dovere di rispettare regole e leggi, poi c’è il lavoro dei magistrati. Certo, è stato provato che dietro tante ditte che si sono buttate, per esempio, sugli appalti dell’anello ferroviario c’erano tanti prestanome”. Pagine già lette. Dal film di Rosi al film che questa volta vorrebbero girare sul set di Palermo, Sicilia. Ma questa volta potrebbe cambiare sceneggiatura.

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