Toto ministri in tante minestre
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Toto ministri in tante minestre

E' l'aspetto solitamente poco edificante nella formazione di ogni governo. L'occasione dove vizi privati e pubbliche virtù, in lite tra di loro, si svelano. E si svergognano.

Toto ministri in tante minestre
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14 Novembre 2011 - 17.59


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Il primo dubbio è nominale, ma non soltanto. Governo “Tecnico puro” o un po’ edulcorato? Con dentro un pizzico di personalità politiche di alto profilo e bassa maldicenza che potrebbero costruire un ponte verso il mondo dei partiti?

Sui nomi della squadra, uscendo dall’incontro con il capo dello Stato al Quirinale, Monti ha precisato che non ha avuto tempo di leggere i giornali in questi giorni, ma ha bollato le voci circolate su nomi e tempi del governo «pura fantasia».

Anche perché, i nomi che hanno cominciato a circolare, come da copione, hanno creato inevitabilmente reazioni e controreazioni da parte dei partiti, di altri aspiranti, di gruppi di pressione e di interesse. Governo nuovo ma partiti antichi.

L’ipotesi più accreditata ora è quella dei tecnici affiancati da «personalità di rilievo», anche se non politici militanti. Nomi? Giuliano Amato ministro degli Esteri, ad esempio. Ricompare Gianni Letta, ad allentare le tensioni col Pdl. Oltre una sempre verde Bonino.

Come noto ogni smentita rischia sempre di apparire una furberia per occultare la conferma nei fatti. Posizioni chiave, Economia, Esteri, Interni e Giustizia. Guido Tabellini resta in predicato per sostituire Tremonti, salvo l’interim allo stesso premier.

Leggi anche:  Un sinodo di dialogo e coraggio per una Chiesa che abbraccia il mondo

Per la Giustizia, primo obiettivo la giustizia civile che, con la sua lentezza, costa al Paese l’1 per cento del Pil ogni anno. Corre il nome di Piero Alberto Capotosti, ex presidente della Corte Costituzionale come il suo teorico concorrente Cesare Mirabelli.

Per l’Interno, si parla sempre di un prefetto. Piace molto l’ipotesi di una donna, Anna Maria Cancellieri, 77 anni, apprezzato ex commissario prefettizio a Bologna e appena nominata allo stesso incarico a Parma e già in pensione.

Mentre al Welfare e Salute, si parla del giuslavorista Carlo Dell’Aringa. Per lo Sviluppo Carlo Secchi. E alle Attività produttive Antonio Catricalà. Il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi verrebbe indicato all’Istruzione e Andrea Riccardi alla Cultura.

Non solo bocconiani come Monti, insomma. Figure di prestigio sia dalle strutture dello Stato sia della politica al servizio dello Stato. Uomini e donne del mondo della cultura anche cattolica, a partire dal fondatore della Comunità di Sant’Egidio.

Con l’avvertenza, anch’essa mutuata dal mondo vicino alla Chiesa e citata (a sproposito) dal ministro uscente La Russa, che non accade come nei Conclavi dove, chi entra Papa rischia spesso di uscirne Cardinale. Esattamente come c’era entrato.

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