Ragazzi, non c’è una lira. Il presidente del consiglio Mario Monti è chiaro come al suo solito. “Siamo arrivati alla conclusione unanime che il governo non ritiene che sarebbe responsabile nelle attuali condizioni dell’Italia assumere un impegno di garanzia. Abbiamo esaminato il progetto con grande attenzione, sia nelle sue parti generali sia nella molto approfondita analisi economica che lo ha accompagnato. Desideriamo esprimere grande condivisione delle linee di questo progetto e abbiamo veramente ammirato in Consiglio dei Ministri i vari motivi di interesse di questo progetto”.
Bel progetto, tempi sbagliati. “L’Italia può e deve avere mete ambiziose. Il nostro Governo è concentrato anche sulla crescita, non solo sul rigore, ma in questo momento non pensiamo che sarebbe coerente impegnare l’Italia in questo tipo di garanzia che potrebbe mettere a rischio denari dei contribuenti. Siamo in mesi in cui è prematuro sganciare la cintura di sicurezza. Se siamo a che fare i conti con una condizione dell’Italia finanziaria difficile è perché in passato sono state prese, da governi di ogni segno, decisioni senza riguardo a conseguenze finanziarie negli anni successivi”.
Tra il dire e i fare. Monti apprezza il modello proposto sui giochi di Roma 2020, ma non ha dimenticato gli sprechi di Italia ’90 e i mondiali di Nuoto del 2009. “So che in uno studio, pur autorevole e fatto con grande accuratezza, ci possono essere scostamenti molto rilevanti fra preventivi e consuntivi: in altre circostanze dell’economia italiana, forse, avremmo considerato il rischio accettabile, ma in queste circostanze non sarebbe responsabile. So che la Spagna si è candidata: non mi permetto di entrare nelle valutazioni del governo di cui non conosco le motivazioni”.
Alemanno non si dimette. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi: “Monti ha detto no. La notizia è stata negativa. Ha dato delle motivazioni molto chiare sulla sua scelta di non sostenere le Olimpiadi di Roma 2020, anche se non condivisibili. Dimissioni? No, assolutamente no. Mi dispiace deludere i miei oppositori”. Pescante, del Comitato olimpico. “Dobbiamo rassegnarci, per almeno 10 anni non si parlerà più di Giochi in Italia. Direi una bugia se dicessi di una risposta inaspettata. E’ stata una decisione esclusivamente di carattere economico”.