«Bonet ha negato ogni addebito per le ipotesi di reato contestate relative al trasferimento di fondi all’estero e, da quanto risulta anche dalle registrazioni telefoniche e dai chiarimenti dati dal Bonet negli interrogatori, nonchè da altro materiale documentale, egli non ha mai ricevuto alcuna somma di denaro nè in Italia nè all’estero da Lega Nord o da Belsito, sia di provenienza lecita che non». Lo spiega Franco Giomo, difensore dell’imprenditore Stefano Bonet, detto lo shampato, indagato con il tesoriere della Lega, Francesco Belsito, dai pm di Milano, Napoli e Reggio Calabria. «Per quanto riguarda i trasferimenti di denaro a Cipro o in Tanzania», operazioni che, secondo i magistrati, Bonet avrebbe fatto con Belsito e con un personaggio ritenuto vicino allo ‘ndrangheta, «il signor Bonet – continua il legale – si è solo limitato a presentare il suo consulente finanziario cipriota, Paolo Scala, al dottor Francesco Belsito. I versamenti tra i due sono stati tutti effettuati per banca con bonifici regolarmente tracciabili, quindi leciti. Il secondo versamento di 4 milioni 500 mila euro, che il dottor Belsito a fine 2011 ha tentato di effettuare su un conto cipriota del signor Bonet, non è mai entrato nella disponibilità di Bonet in quanto, come risulta dalle intercettazioni telefoniche, effettuato senza il consenso di Bonet e quindi automaticamente restituito dal circuito bancario internazionale cipriota alla banca di Genova da cui era partito».
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