Renzo Bossi si dimette
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Renzo Bossi si dimette

Travolto dalle rivelazioni sulle spese folli il Trota annuncia: lascio la mia carica di consigliere regionale in Lombardia. Ora tocca a Rosy Mauro.

Renzo Bossi si dimette
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9 Aprile 2012 - 13.32


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«Mi dimetto». Così Renzo Bossi, figlio del leader della Lega Nord, annuncia al Tgcom 24 la decisione di lasciare l’incarico di consigliere regionale lombardo. Un passo indietro che, nelle ultime ore, era stato chiesto da militanti ed esponenti leghisti con sempre maggiore forza.

«Senza che nessuno me l’ha chiesto faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà, do l’esempio. Sono sereno e ho fiducia nella magistratura, anche se non sono indagato. In consiglio regionale negli ultimi mesi ci sono stati avvenimenti che hanno visto indagate alcune persone. Io non sono indagato, ma credo sia giusto e opportuno fare un passo indietro per il movimento».

Intanto continuano le rivelazioni: Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi. Marmello ha lavorato come autista di Renzo Bossi per tre mesi nel 2009 ha detto: «Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare».

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Umberto Bossi: ha fatto bene
«Ha fatto bene a dimettersi. Erano due mesi che mi diceva che era stufo di stare in regione»: lo ha detto Umberto Bossi.

Il segretario della Lega di Brescia: decisione inevitabile

La decisione annunciata da Renzo Bossi di dimettersi dal Consiglio regionale della Lombardia, secondo Fabio Rolfi, il segretario provinciale della Lega di Brescia, dove il trota è stato eletto, è «giusta, opportuna, forse anche inevitabile». Rolfi aveva già chiesto un passo indietro di Bossi Jr, ma adesso aggiunge che «è doveroso che la colpa di quanto è successo non ricada solo sulle spalle di un ragazzo di vent’anni». Non fa il nome dell’assessore Monica Rizzi, che ha seguito la campagna elettorale di Renzo, nè di Rosy Mauro di cui diversi leghisti ora su internet invocano le dimissioni, nè di altri esponenti del cosiddetto cerchio magico. «Non spetta a me – dice – ma dalle carte sembrerebbe che ci siano responsabilità più gravi delle sue». «Un’opera di pulizia – conclude il segretario che domani sarà al raduno di Bergamo – va fatta approfonditamente e rapidamente. Il movimento deve tornare a occuparsi di politica. La pagina va girata alla svelta».

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