D'Alema a sinistra, ma di Berlusconi
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D'Alema a sinistra, ma di Berlusconi

Il fondatore del Pds Achille Occhetto rilascia un'intervista e punge il suo ex nemico interno. Renzi? Non è di sinistra.

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8 Giugno 2012 - 18.04


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Uscito dalla scena politica dopo il 1994, l’anno del confronto elettorale con Silvio Berlusconi, Achille Occhetto è un politico silenzioso ma attento a ciò che gli sta intorno. L’uomo che ha trasformato definitivamente il vecchio partito comunista, portandolo nei tempi moderni della seconda Repubblica, fondando l’allora Pds, parla del suo successore alla guida del partito, Massimo D’Alema.

Lo fa ai microfoni di Radio2 nel programma “Un giorno da Pecora”. Punzecchiato sul suo vecchio compagno e nemico di sempre, Occhetto risponde: “D’Alema? E’ di sinistra, rispetto a Berlusconi”. Claudio Sabelli e Giorgio Lauro, conduttori del programma lo incalzano su quanti comunisti oggi sono rimasti in Italia. Idealmente, risponde Occhetto – che si era dimesso (caso più unico che raro), dopo aver perso le elezioni del 1994 – si potrebbe vedere Nichi Vandola, che “rappresenta la continuita’ su vie moderne”.

Alla domanda chi sia più di sinistra tra D’Alema e Bersani, l’ultimo segretario del Pci risponde: l’attuale segretario del Pd. E il sindaco di Firenze? “Renzi? è a parte”, continua secco. “Lui è dentro la sinistra, ma al centro”. Il gioco piace a Sabelli e Lauro: E chi e’ il piu’ di destra del Pd? “Ichino”, ha sicuro Occhetto. Insomma i comunisti in Italia non ci sono più, neanche Diliberto, che per Occhetto “si dichiara comunista per avere un target elettorale”.

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