Il sogno di Verdone sindaco di Roma
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Il sogno di Verdone sindaco di Roma

Tanti voti nel sondaggio per Carlo Verdone sindaco di Roma. La pazza idea di Globalist accende la fantasia dei cittadini della capitale. [Marco Spagnoli]

Il sogno di Verdone sindaco di Roma
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13 Giugno 2012 - 20.21


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di Marco Spagnoli

Carlo Verdone Sindaco di Roma.

Globalist ha provocatoriamente definito tale ipotesi come una ‘pazza idea’.

I suoi lettori, invece, hanno usato altri aggettivi che danno il senso non solo della popolarità di questo grande regista, un’icona del cinema e della commedia italiana, ma anche del bisogno disperato che l’Italia ha di persone come Carlo Verdone sul piano etico ed umano.

“Geniale”, “Bellissimo”, c’è chi – addirittura – parla di “sogno”… questi i commenti principali per una maggioranza di lettori che, intorno al 40% dei votanti, garantisce un passaggio al ballottaggio ideale con un altro candidato.

C’è, però, chi chiede che Verdone scenda in campo anche solo come assessore, per fare ordine, ma – soprattutto- per contribuire a riportare su un’altra direttrice la città che ama tanto.

Attenzione: chi pensa che Verdone diventi agli occhi di chi lo ha scelto idealmente nel sondaggio una sorta di “Beppe Grillo de noantri” , sbaglia di grosso.

Così come è successo altrove a Clint Eastwood e Arnold Schwarzenegger, Verdone, in maniera differente, ha conquistato la fiducia del pubblico, grazie ad un cinema lieve, popolare, diretto, in grado di raggiungere un pubblico molto ampio, convogliando, però, nelle sue storie un messaggio importante e perfino un commento sullo stato della nostra società.

Pubblicamente Verdone si è sempre esposto e non si è mai risparmiato: non ha mai fatto uno spot pubblicitario, si è apertamente schierato contro la pirateria cinematografica e musicale che hanno messo in ginocchio le rispettive industrie e non ha mai fatto mancare ai politici i suoi toni di rimprovero ai politici che non facevano il loro lavoro nella maniera più consona alla conduzione della cosa pubblica.

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Verdone non si è mai risparmiato, e, tantomeno, non si è mai nascosto. Non ha mai eluso le domande e, soprattutto, non ha mai mancato di dare risposte ‘scomode’, soprattutto per lui che, come fanno altri, invece, avrebbe potuto capitalizzare il consenso grazie a posizioni qualunquiste e cerchiobottiste.
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Carlo Verdone no. In maniera attenta, colta, e molto, molto compassionevole in senso buddista si è sempre esposto nel comunicare le sue idee, senza compromessi e alibi di sorta.

Ogni incontro pubblico per lui, da Torino a Taormina, da Roma a Trieste è un bagno di folla di persone che lo apprezzano come autore, lo ammirano come attore, lo stimano come persona impegnata nella società, in difesa di una battaglia culturale e civile che quasi sempre in Italia è stata, negli ultimi anni, di retroguardia.

Per Verdone no. Autore che ha viaggiato, studiato, conosciuto e visto, la battaglia è sempre di avanguardia, alla ricerca di una normalità che le persone spesso non riescono a trovare.

Il pubblico non vuole Verdone Sindaco di Roma, perché non ama i politici professionisti o per il gusto del qualunquismo antipolitico, bensì perché si riconosce nei valori che il suo cinema e la sua persona hanno proposto in questi trenta e oltre anni di carriera.

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Il grillismo, l’antipolitica non c’entrano, dunque, nulla. E non c’entra nemmeno la voglia di sparigliare le carte altrui per metterci poi giorni e giorni a fare politica nel senso pragmatico del termine, così come sta succedendo a Parma.

Il pubblico vuole Carlo Verdone Sindaco perché conosce il suo lavoro e percepisce la portata di una visione, di un ‘progetto’ culturale nel quale riconoscersi.

Chi conosce Carlo Verdone, sa bene che Verdone non lascerà mai il suo grande amore, il cinema per la politica. Eppure il sogno di vederlo accettare un impegno istituzionale resta, come speranza ultima di un buon governo basato sulle idee e sui fatti e non sugli espedienti.

Della Roma di Alemanno, come i Romani sanno bene, non rimarrà nulla se non le figuracce per la neve, le buche, la spazzatura che domina le strade della città così come la mancanza di decoro, il traffico, l’assenza totale della legalità, dei vigili e della sicurezza per i cittadini.

Ma, fortunatamente, saranno dimenticati anche gli espedienti legati ai Gran Premi di automobilismo, alle Olimpiadi, alle fughe in avanti verso progetti mai realizzati, sommersi dagli scandali legati alle controllate pubbliche fino all’aumento del biglietto dell’autobus da 1 Euro a 1 Euro e mezzo come ultimo chiodo sulla bara di una politica fallimentare legata ai mezzi pubblici.

Nell’intervista rilasciata alla brava collega di Repubblica.it Claudia Morgoglione, Carlo Verdone ha evidenziato una verità che la politica non solo di oggi vuole negare. Alemanno se l’è presa.

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Carlo Verdone, in tutto questo, non è come le semplificazioni di noi giornalisti vogliono portarci a credere ‘l’anti – Alemanno’. Il regista è semmai il ritratto di una politica legata ai cittadini e alle problematiche di tutti i giorni che un sindaco e un progetto politico e culturale dovrebbero affrontare: gli anziani, le scuole, gli asili, le strade e perché no anche i giovani, il lavoro, la sicurezza sociale e personale dei cittadini.

Verdone ha raccontato tutto questo, come – e a rischio di suscitare altre polemiche – meglio di altri illustri romani come Alberto Sordi che pur proponendo criticamente un modello, spesso, negativo, è stato, di fatto, preso sul serio facendo, come lo stesso Verdone ha notato, ‘ridere troppo’ l’Italia.

“Abbiamo riso troppo”, e le migliaia di persone che su Globalist hanno votato Verdone sindaco di Roma lo hanno fatto perché sono stanche di ridere di una politica che, invece, fa piangere per la sua arroganza e incapacità di accettare il fallimento di
un modello non più adatto ai tempi. Almeno a questi.

Chi ha votato Verdone lo ha fatto perché in lui si è riconosciuto, laddove altri nomi e personalità, non riescono a catturare il loro immaginario sociale e politico in un chiaro rispetto delle regole e delle idee.

Verdone Sindaco potrebbe restare un sogno, ma una politica che guardi ai cittadini e ai loro desideri dovrebbe immediatamente offrire un ruolo a questo grande regista e intellettuale di cui siamo sempre più fieri.

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