“Oltre ai 65mila lavoratori già salvaguardati” la platea su cui intervenire è quantificabile, con un margine di errore, in circa 55mila soggetti di cui 40mila in mobilità ordinaria per accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011″.
Così il ministro del lavoro Elsa Fornero, intervenendo sugli esodati in Senato.
Quanto alla tabella dell’Inps “ha impropriamente alimentato la polemica considerato che il dato è stato interpretato come il numero di lavoratori da salvaguardare. Cosa che non c’è”.
“Sento l’esigenza di un intervento serrato con le parti sociali per interventi più approfonditi e per individuare situazioni di criticità per misure tempestive e per interventi finanziari modulati nel tempo”, ha poi aggiunto il ministro ipotizzando anche una “sede permanente di monitoraggio” del problema degli esodati: “Siamo impegnati a trovare una soluzione al problema e siamo certi che Parlamento e parti sociali non faranno mancare il loro sostegno convinto”, dice a quanti “vorrebbero che la soluzione, su principi e scaglioni, venisse fuori in pochi giorni”.
“Non ho trascurato nessuno. Ho solo voluto dare priorità di risposta a quei lavoratori già usciti con più immediata necessità e maggiore rischio”, ha detto ancora il titolare del Welfare tornando a difendere la sua idea di un intervento sugli esodati in due tempi. “Gli altri lavoratori non hanno una imminenza di rischio e dovrebbero andare in pensione dopo il 2014. L’assenza di risorse finanziare immediatamente reperibili, in un bilancio pubblico messo a dura prova, hanno indotto a ritenere che si sarebbe potuto affrontare il problema nei mesi successivi, peraltro con specifico intervento normativo per estendere la salvaguardia di tali lavoratori con criteri di equità oltre che di sostenibilità finanziaria”.
La riforma del lavoro, torna ad evidenziare Fornero, “è buon equilibrio tra esigenze spesso contrapposte delle diverse parti. Se ci sforziamo tutti insieme di guardare alle cose positive che ci sono nella riforma, all’equilibrio che realizza, credo che faremo un buon passo verso la direzione di un futuro migliore per il Paese”.
Ma per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi la riforma del lavoro è “una vera boiata” e “non possiamo che prendercela così”. Squinzi ha spiegato che “dobbiamo presentarci il 28 giugno al consiglio europeo con la riforma approvata. Spero ci sarà però occasione di ritornare nel merito e avere la possibilità di intervenire con correttivi”.