Ha scelto Facebook per esprimere il suo dissenso per la linea scelta da Nichi Vendola. Inizia così il post del sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “Caro Nichi, francamente non ti capisco. Lo dico con grande sincerita’”. De Magistris critica con forza la scelta del leader di Sel di stringere un’alleanza elettorale con il Pd aperta all’Udc ma non all’Idv, ricordando che le alleanze vere e premiate dagli elettori si fanno sui contenuti e sul programma. Una omogeneità che con
l’Udc, secondo De Magistris, è difficile raggiungere.
“Ieri mattina – scrive il sindaco – nasceva il Polo della Speranza con annessa apertura all’Udc e critica all’IdV, ieri pomeriggio hai scritto su twitter che non è pensabile un centrosinistra senza
l’amico Di Pietro. Qualche settimana fa partecipavi, seduto accanto ad Antonio, ad una conferenza stampa, dove erano stati invitati anche alcuni sindaci fra i quali me, volta a scuotere
il Pd affinché decidesse da che parte stare. Non per ‘rompere le uova nel paniere’, come si dice in gergo, ma perché nel centrosinistra il Pd rappresenta un partito fondamentale con cui si deve e si puo’ dialogare, soprattutto se aspiriamo a scrivere la futura pagina di svolta politica nel paese”.
Il tono di De Magistris è cordiale ma allo stesso tempo molto duro: “Vorrei soltanto chiederti,
veramente in modo sincero visto il nostro rapporto: come è pensabile una corsa in tandem con chi non reputa essenziale il riconoscimento delle coppie di fatto oppure la difesa del lavoro? Come è pensabile correre con chi per tanti, troppi anni è stato la stampella dello scempio del berlusconismo? Come è pensabile governare sospendendo la coerenza, costretti ad un innaturale compromesso che vedrebbe il sacrificio di principi ideologici e la negazione di storie e vissuti? Un’apertura all’Udc sarebbe solo una alchimia di palazzo, un prodotto artificiale creato in un laboratorio di vecchia politica, proprio quando c’e’ bisogno di nuova e chiara azione
politica come chiede la società civile, la quale deve essere protagonista dell’alternativa”.
Sono troppe le differenze tra Sel e Udc secondo il sindaco di Napoli: “Si deve allora costruire un programma chiaro, inequivocabile: contrastiamo la precarietà del lavoro e difendiamo l’articolo 18 oppure no? L’acqua la consideriamo un bene comune da difendere da ogni aggressione privatistica oppure no? Il ruolo del privato lo dobbiamo favorire sempre garantendo il principio della trasparenza e soprattutto la tutela della pubblicità di alcuni servizi legati ai diritti essenziali oppure no? Il welfare lo consideriamo una conquista antica e giusta oppure no, riducendolo a fardello di stato? Le unioni civili e i matrimoni gay rappresentano una crescita per una societa’ pienamente democratica oppure no? Un nuovo modello economico alternativo
al neoliberismo in crisi e al socialismo reale, incentrato sulla giustizia sociale e sui beni comuni, è possibile oppure no? Credo che le alleanze, quelle vere e naturali, quelle che i cittadini apprezzeranno, – conclude – saranno scritte con i ì e con i no che ciascuno di noi pronuncerà rispetto a questi temi, in modo netto e senza ambiguità”.
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