Alla fine anche Emilio Fede scende in campo e fonda un suo partito, anzi «un movimento di opinione», come ha tenuto a specificare. Si chiamerà “Vogliamo Vivere”. A luglio ha depositato il marchio a Como. L’idea è maturata a inizio estate, anche in seguito al suo coinvolgimento nel processo Ruby, accusato di favoreggiamento della prostituzione con Lele Mora e Nicole Minetti.
Fede spiega così la sua mossa: «Fondo un movimento di opinione perché ho ascoltato tanta gente che mi incoraggia. Il Pdl rischia di diventare uno spartito stonato». Si sta muovendo da solo? «Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei. Berlusconi non ne sa niente. ‘Vogliamo Vivere’ riassume il malessere di tanti, sotto il cosiddetto governo tecnico. Il centrodestra non può finire in mano alla Santanchè. E di là chi c’è? Beppe Grillo. Io non sono un politico, io ho una storia, sessant’anni di giornalismo, la Rai, l’Africa, le guerre seguite al Tg4. Questa storia due anni fa è stata inquinata, ma non mi faccio intimidire».
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