Lavitola: Silvio in debito perché gli avevo comprato De Gregorio
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Lavitola: Silvio in debito perché gli avevo comprato De Gregorio

In una lettera sequestrata dai pm di Napoli il faccendiere spiega i motivi della riconoscenza di Berlusconi. Il senatore aveva lasciato l'Idv per approdare al centrodestra.

Lavitola: Silvio in debito perché gli avevo comprato De Gregorio
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28 Settembre 2012 - 18.51


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Valter Lavitola, l’ex direttore de L’Avanti arrestato e accusato di estorsione nei confronti di Berlusconi, spiega in una lettera i motivi della «riconoscenza» del Cavaliere nei suoi confronti. Ora questa lettera è stata sequestrata dai pm di Napoli. Lavitola scrive che l’ex premier sarebbe stato in debito con lui perchè questi gli aveva «comprato» il senatore Sergio De Gregorio, che lasciò l’Idv per aderire al centrodestra.

Nel testo Lavitola delinea uno scenario attraverso cui sottolinea e ricorda i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo di Romano Prodi, affondato dopo l’uscita dalla maggioranza di un pugno di senatori. Afferma in particolare di «aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie». Sostiene poi di «aver lavorato Dini» assieme «a Ferruccio Saro e al povero Comincioli». «Ciò – aggiunge, nella lettera a Berlusconi – dopo essere stato io a convincerla a tentare di comprare i senatori necessari a far cadere Prodi».

L’accusa della Procura di Napoli nei confronti di Lavitola e di Carmelo Pintabona, esponente delle associazioni siciliane del Sud America, è di «estorsione aggravata ai danni di Silvio Berlusconi». I due furono raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice Pietro Carola. Oltre che di estorsione nei confronti di Berlusconi, l’accusa per Pintabona è di intestazione fittizia di beni e di favoreggiamento nei confronti di Lavitola: lo avrebbero infatti aiutato a rimanere latitante, mettendogli a disposizione 100.000 euro e un computer grazie al quale, tramite Skype, Lavitola aveva la possibilità di comunicare con l’Italia.

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