Poco più di tre settimane al voto e in Sicilia, nella campagna elettorale per rinnovare il Parlamento regionale la mafia entra a gamba testa. Puntuale come sempre. Offre voti e chiede favori in contropartita. Non è cambiato nulla, la politica continua ad andare mano nella mano con la mafia. A confermarlo, “numerose intercettazioni in corso”. Un particolare riferito dal nuovo avvocato generale, Ignazio De Francisci, fino a ieri procuratore aggiunto a Palermo. De Francisci parla al Festival della Legalità. C’é un’indagine in corso e dunque non può entrare nei dettagli, ma racconta di due mafiosi che parlano tra di loro.
“Dagli ascolti telefonici sappiamo che ancor più che nel passato Cosa Nostra darà i propri voti solo a chi si impegna a ricambiare con concreti favori. Il che, vale ricordarlo, costituisce reato. Lo sappiano i nostri amministratori”, ammonisce De Francisci. Le intercettazioni fanno parte di un fascicolo secretato. “Ogni tanto – si limita a dire De Francisci – si coglie qualche frase tra un mafioso e l’altro. Dicono, “Ma tu chi appoggi? Per chi voti?. Nomi in chiaro, poi spunta una frase del tipo: “I discursi s’hanno a fare chiari”, tradotto dal siciliano, “Patti chiari”.
I voti non si danno per simpatia o antipatia personale, o per adesione ideologica, solo ed esclusivamente in cambio di impegni precisi”. Politica e mafia, dunque, sempre a braccetto. “I mafiosi non si fidano più – nota l’ex procuratore aggiunto – Cosa nostra vuole impegni precisi, i mafiosi quando manovrano la politica lo fanno seriamente”. Ora però ci sono queste intercettazioni. Voci e nomi. E chi è stato imprudente, comincia a sudare, e non per l’estate che sembra non volerci lasciare.