Il vertice a Roma tra il presidente della Regione Lombardia Formigoni e i leader del Pdl Alfano e della Lega Maroni si chiude con l’accordo per andare avanti, con alcune misure immediate: giunta azzerata, una nuova compagine da varare nei prossimi giorni per governare la Regione, una riforma che cambi la legge elettorale e tolga il listino bloccato.
Formigoni ha aggiunto che per la nuova giunta lombarda ci vorranno alcuni giorni, per avere una squadra «all’altezza della sfida in questo momento complesso per l’Italia». «Abbiamo ottenuto ciò che volevamo» ha dichiarato il leader della Lega Maroni «avevamo chiesto a Maroni o di dimettersi o di azzerare la giunta: ha scelto di azzerare la giunta».
«Non si manda a casa una giunta che ha lavorato bene» ha aggiunto il segretario Pdl Alfano «useremo tollerenza zero con chi macchia la nostra bandiera» ha detto riferendosi alla vicenda dell’assessore Pdl Zambetti, arrestato mercoledì con l’accusa di aver comprato migliaia di voti dalle cosche della ndrangheta.
Duro il commento di Gianfranco Fini alle mancate dimissioni di Formigoni. Per il presidente della Camera la decisione di azzerare la giunta è «un paradosso». «Non capisco come si possa azzerare la giunta e lui rimanere governatore», dice il presidente della Camera, aggiungendo che quella di Formigoni «è solo un po’ di cipria sulla ferita».
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