“Ho sempre pensato che non tocca al sindaco chiedere un passo indietro al presidente della Regione, ma ormai si è superato il limite, a questo punto non si può andare avanti”. A parlare è il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che invita i lombardi a “una grande ribellione civica”.
“Quando ci sono, come pare evidente, elementi concreti per individuare un collegamento tra un rappresentante delle istituzioni e la ndrangheta”, e “la maggioranza di governo della Regione non trova di meglio che mettere insieme un compromesso squallido e vergognoso, allora si deve dire con chiarezza che l’unica cosa da fare è dimettersi”, afferma Pisapia.
Oltre alle vicende giudiziarie “oggi c’è qualcosa di più: l’idea che la criminalità organizzata sia in grado di penetrare fino al cuore dell’amministrazione pubblica è un colpo mortale alla credibilità delle istituzioni e causa una perdita di fiducia forse irreversibile da parte dei cittadini”, sottolinea il sindaco milanese, secondo cui “bisogna ricostruire una cultura della legalità, immettendo gli anticorpi ai virus che infettano la vita pubblica”.
Guardando al centrosinistra, Pisapia rileva che “le primarie non sono cominciate nel modo migliore. Il confronto sui progetti e sulle idee va bene, le polemiche personali tra i candidati no”. Quanto a Penati, “per lui vale tutto ciò che ho detto per Formigoni. Il suo caso imbarazza tutto il centrosinistra”.