E’ «l’unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau!», la notizia è che Grillo candida Di Pietro alla successione di Napolitano. E’ vero, lo ammette il patron cinquestelle, «ha commesso degli errori», scegliendo De Gregorio e Scilipoti, «ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette sulla Tav e sul G8, ma lui soltanto in Parlamento ha combattuto il berlusconismo… con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà». «Ha allevato, forse consapevolmente, piranha e squali che pensava di tenere a bada e che ora mostrano le loro fauci. Però, senza di lui, in Parlamento si sarebbe spenta anche l’unica flebile luce rimasta accesa».
Grillo perdona tutto a Tonino: «Può essere che abbia lanciato dei referendum pro domo sua (il riferimento è al quesito ambiguo sull’acqua che l’Idv presentò a dispetto dei movimenti, ndr), ma se abbiamo potuto votare contro il nucleare di Casini, Bossi, Fini e Berlusconi lo dobbiamo a lui che ha raccolto e validato le firme necessarie. Solo per questo dovremmo dirgli grazie …Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l’unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro».
Così, l’intransigente fustigatore della Riviera lancia una ciambella di salvataggio all’ex pm di Mani pulite che, dall’ultima trasmissione di Report, sta vivendo i suoi momenti di minor popolarità da vent’anni qua. L’Idv, ha dichiarato lui stesso, è morta quella sera. Se resterà fuori dal parlamento «tiferemo Grillo» e il Beppe finge di non aver acceso il televisore domenica scorsa e parte all’arrembaggio di quel bacino di voti fingendo, con la sua platea, di avere il copyright dell’antiberlusconismo.
Argomenti: beppe grillo silvio berlusconi