Il Pdl rinuncia (forse) alle primarie
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Il Pdl rinuncia (forse) alle primarie

Il centrodestra nel caos più totale. Berlusconi riprende le redini del partito, ma è bloccato dalle mediazioni. Alfano fa una figura barbina.

Il Pdl rinuncia (forse) alle primarie
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29 Novembre 2012 - 09.34


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La notizia di ieri sera – fatta intendere a Porta a Porta – è che il Popolo delle Libertà non avrà le sue primarie. Primarie fortemente volute dagli ex An, ma anche dal segretario Angelino Alfano, se non altro perché ormai ci ha messo la faccia. Primarie da sempre mal digerite dal presidente Silvio Berlusconi, secondo cui sono sempre state un modo per farlo fuori e minare la sua leadership.

Dentro al Pdl, però, sono in troppi dai “fedelissimi” della prima ora come Sandro Bondi, a quelli acquisiti per strada come Daniela Santanchè, che “il miglior candidato possibile per il centrodestra è Silvio Berlusconi”, ha detto Bondi in un’intervista alla Stampa. Dove lascia intendere che i conti all’interno del partito sono cominciati: “Gli ex An hanno un modo di itendere la politica che non si addice a un partito liberale, come i cattolici hanno a volte delle posizioni oltranziste”.

Quello con i cattolici richiama il sempre vivo e attuale problema dei “valori” del Pdl, questione mai chiarita anche a causa di Silvio Berlusconi che ha concepito il “club” del Popolo delle Libertà come un calciomercato. Quello con gli ex An, invece, richiama un altro problema di fondo del Pdl: quello della forma e dell’organizzazione. Ieri a Porta a Porta Daniela Santanchè e Giorgia Meloni se ne davano dicendo “scusa, prego” di santa ragione: tra la prima che intende la politica come un “rivolgersi alla gente, mentre tu hai le truppe cammellate” e l’altra che ribatteva “non sono truppe cammellate, è che io ho un radicamento sul territorio, il sale della politica”. La differenza, cioè, tra un club e un partito.

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Nella stessa trasmissione Maurizio Lupi ha confermato che gli alti vertici hanno ormai detto addio alle primarie “La data del 16 dicembre ormai non è più praticabile”. Meloni, che ha tappezzato Roma dei suoi manifesti “Senza Paura” ha insistito: “Allora facciamole a gennaio”. La cosa ridicola. in tutta la vicenda, è che tutti hanno capito che non si faranno. Ma nessuno lo annuncia ufficialmente. Ovviamente toccherebbe al segretario Angelino Alfano, che temporeggia perdendo così tutti i punti guadagnati quando aveva annunciato che le primarie ci sarebbero state, rompendo così con il tutoraggio di Berlusconi.

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