Oggi il vertice (l’ennesimo). C’è un nervosismo che si avverte, tutto intorno al Pdl, e per riflesso tutto intorno al Palazzo della politica. Dopo la “sbornia” delle primarie del centrosinistra, mentre le elezioni regionali prendono forma, si va verso l’approvazione delle ultime riforme e aprile è dietro l’angolo, incombe su tutto questo sempre Lui: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è un pezzo del domino, uno di quelli cruciali. E non si sa ancora che decisione abbia deciso di prendere. Anzi, lo si sa benissimo. Più che altro non si sa come impedirlo. Berlusconi vuole tornare in campo, e vuole farlo da candidato premier. Ormai non en fa più un mistero. Ha anche dato il benservito al suo Delfino, Angiolino Alfano, che ormai ci aveva !preso gusto” a fare i, segretario e aveva provato ad andare per la sua strada, appoggiando ilprogetto delle primarie. E’ finito, redarguito e sconfessato dal capo: “Mi ha deluso”. Tre parole che significano: il suo lavoro è finito, grazie. Licenziato. Ieri per la seconda volta il gruppo dirigente del Pdl si è riunito a Palazzo Grazioli e dopo una riunione fiume tutto si è concluso con un nulla di fatto. Oggi il nuovo, attesissimo, incontro. Sul tavolo la legge elettorale le (defunte) primarie, l’election day che Berlusconi vuole fortemente. E, soprattutto, chi sarà il candidato. Berlusconi non ha dubbi. I compagni di partito, invece, parecchi.
Passera: “Non è un bene”. Cosa pensano moltissime persone dentro al Pdl lo ha detto oggi il ministro per lo Sviluppo Corrado Passera, uno che piace tantissimo ai riformisti di destra e che è sempre stato dato come una personaggio vicino a Fini, anche se tale collocazione è senz’altro “restrittiva” per l’intraprendete manager. “Il ritorno di Berlusconi? Non sarebbe un bene. Dobbiamo dare l’impressione di andare avanti”, ha detto. Concetto semplice, e crudelissimo per il Cav sempre “in tiro”: sei il passato, gli ha detto Passera, l’Italia sta voltando pagina. Almeno rispetto al berlusconismo, circa i suoi nefasti effetti è tutto da vedere. E lo stesso pensano esponenti del Pdl che fino a ieri erano fedelissimi al Cavaliere, a partire da Alfano, ma anche alcuni ex “Colonnelli” di An (La Russa, per esempio), quelli che sostanzialmmente hanno sbattuto fuori dal Pdl Fini, che ora si sta riprendendo una bella rivincita, almeno morale. Con Berlusconi, pensano, non si vince. E il suo ritorno sta imbalsamando il partito, dando una pessima impressione della destra. Mentre il centrosinistra litiga, ne combina di tutti i colori, però fa le primarie. E questo alla gente piace. Il Pdl, invece, non si capisce che cosa voglia fare. E che cosa sia diventato. Ma Berlusconi è questo che dice: senza di me non siete niente.
Crosetto se ne va dalla trasmissione Omnibus. Ma le cose non stanno proprio così, il Cavaliere non ha capito che il partito, in qualche modo, è cresciuto ed è uscito dalla fase della “tutela”. Ha raggiunto la maggiore età. E ora sono parecchi quelli che hanno ambizioni di “uccidere il padre”. In un’ottica di liberazione, s’intende. Indicativo quello che he è successo oggi alla trasmisisone Omnibus di La 7. Guido Crosetto era ospite. Le domande: ovviamente tutte su Berlusconi e il futuro del partito. Lui ad un certo punto si è alzato e se ne è andato: “Scusatemi – ha detto – vi ringrazio
dell’invito, ma me ne vado, non me la sento di continuare:
siccome ho l’abitudine di dire tutto quello che penso e di
dirlo magari anche in modo spiacevole, ritengo che sia giusto
per me fare una riflessione, anche con altre persone, perché
io mi sono stufato, mi sono rotto, ma voglio che questa cosa
molto personale diventi anche un dato politico – ha detto anche con una punta di commozione, ricordando l’impegno profuso in dieci anni nel progetto politico del Pdl – Preferisco
alzarmi perchénon ho più niente da dire sul tema e non
voglio continuare a parlare del vuoto. E’ una giornata di
scelte importanti – ha continuato Crosetto – che non si fanno di
mattina alle 8.30 dopo quello che e’ successo ieri, che ha una
rilevanza fondamentale: è finito il tempo in cui si possono
servire due padroni, o si sta da una parte o si sta dall’altra.
Io ho deciso dove stare e vorrei farlo con alcuni colleghi
perche’ abbia un significato politico e non è giusto che abusi
della mia presenza qua oggi”. Tradotto: Crosetto st pensando di lasciare il Pdl, insieme ad altri. Motivo: l’insostenibile ritorno di Berlusconi. Che un tempo univa, oggi invece spacca.
I fedelissimi Ma, attenzione, non è che il Cavaliere sia isolato. Tutt’altro. I fedelissimi ce li ha. A guardarli – con una punta di malizia – si potrebbe dire che sono quelli che senza Berlusconi non vanno da nessuna parte. Alcuni, al Cavaliere, sono legati da profonda gratitudine. Altri, da un’amicizia e un sodalizio politico che dura da anni e che non viene scalfito neanche in questo momento di dolore. Sandro Bondi è imperturbabile: Berlusconi non si tocca, persino i vertici sono inutili. “Questi vertici sono inutili, Berlusconi potrebbe prendere decisioni molto più operative se potesse andare fuori a sentire ciò che vuole la gente”. E Bondi non ha dubbi: la gente vuole Berlusconi: “Tutto il partito deve chiedere unito a Berlusconi di candidarsi premier e di mettersi a capo di un movimento completamente rinnovato”. insomma, serve una nuova , grande, operazione di marketing. Che solo il Berluska puàò fare “quindi io al vertice di oggi non ci vado”, dice Bondi. Altra fedelissima del Cavaliere, è l’ex ministro Maristella Gelmini, scoperta da Berlusconi che l’ha fatta addirittura ministro dell’Istruzione: “Ci vuole la sua leadership per guidare il paese”, ha detto, con sicuro disinteresse per il proprio futuro politico. Altro esponente pro-ritorno dell’ex premier è Altiero Matteoli. Il quale pè già in campagna elettorale, e assume i toni che il Cavaliere ha predicato: Monti è un disastro, si stava meglio prima: “Con el sue parole contro il ritorno di Berlusconi – ha detto infatti Matteoli, Passera ha finalmente gettato la maschera. Noi non ci stiamo a far passare Berlusconi per colui che ha
messo in crisi l’Italia e offuscato il prestigio nel mondo. E’ solo
propaganda”.
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