Almeno questa minaccia di crisi innescata dal Pdl ha messo fine alla farsa delle primarie. Angelino Alfano, che ne esce nettamente indebolito e con la credibilità al minimo, ha ammesso questa sera: «Le primarie non ci saranno più perché non c’è bisogno di una successione, c’è [url”Berlusconi”]http://www.globalist.it/Detail_Reportage?ID=128&Loid=111[/url] in campo».
Il segretario del Pdl ha detto che l’ex premier vuole tornare in campo da protagonista e ha aggiunto: «L’astensione di oggi è il segno evidente di un nostro disagio per come stanno andando le cose nel nostro Paese». Ma, ha assicurato, il Pdl voterà la legge di stabilità: «Noi abbiamo sempre detto che non vogliamo far precipitare il Paese in un esercizio provvisorio». Quindi «la legge di stabilità non è a repentaglio».
E domani Alfano si recherà al Quirinale per riferire al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la posizione del Pdl. Insieme a lui i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Della delegazione del Pdl, quindi, non farà parte Silvio Berlusconi.
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