L'involuzione del pensiero politico degli italiani
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L'involuzione del pensiero politico degli italiani

Al termine del 2012 non si può non parlare di Grillo e dei suoi seguaci, spesso disinformati e molti provenienti dal Pci. [Marco Fiorletta]

L'involuzione del pensiero politico degli italiani
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30 Dicembre 2012 - 08.58


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di Marco Fiorletta

Si può finire l’anno senza parlare di Grillo? NO, sarebbe peccato mortale. Sarebbe più indicato un resoconto sull’anno appena passato, scrivere qualche invettiva sul governo Monti e la schizzinosa piagnona che mi hanno decurtato la pensione così da farmi passare nella categoria di quelli che tra poco inizieranno a lamentarsi, oppure dissertare su coloro che hanno scoperto il dramma delle carceri solo perché Pannella vuole morire ma per il resto della loro vita hanno fatto e fanno finta di nulla oppure sul ritorno di Berlusconi e dei prezzolati che lo circondano nonostante tutto. Insomma, occorre pur scegliere come tediare coloro che ancora s’appressano al blog. Allora parliamo dei seguaci del novello messia de noantri, il mitico, inimitabile, ineguagliabile grillochepalle.

Non è raro, anzi è molto frequente, che tra i seguaci di colui che volle farsi politico regni la disinformazione e cosa ancor più grave la si nota tra coloro che vengono da sinistra e si fanno anche vanto di provenire dal PCI. Quindi parliamo di gente di una certa età che ha conosciuto un mondo che ormai non è più. Se fosse stato solo uno a dirmi certe cose avrei dubitato della sanità mentale e sarei passato oltre, ma quando si raggiunge il numero minimo di tre l’evento cambia aspetto e valenza.

“Occorre aria nuova”, e chi non potrebbe essere d’accordo con questa affermazione di principio? Con la faccia tosta che si ritrovano lo dicono anche molti politici di lungo corso. Quindi la cosa è diventata anche una banalità e non trovo nulla di strano che sia il verbo principale dei grillini. Ma se solo ci si azzarda a far notare a questi “giovani attempati” altre frasi, enunciazioni, affermazioni di Grillo su argomenti come mafia, ‘ndrangheta, immigrati, razzismo, italiani di seconda generazione e altro ancora, la prima reazione che si ha è un “no, non è vero” per poi passare all’accusa ai giornali che mentono e sono prezzolati, tutti, da destra a sinistra. Quando poi gli dici dove il vate ha diffuso il verbo si torna al perentorio “no, non è vero”. Allora tenti di spiegargli che certe posizioni non sono mai state smentite che se le possono leggere sul blog di Grillo raggiungono il massimo della spudoratezza: “Sì, vabbè, non è per un dieci per cento di cazzate che si può giudicare Grillo e tanto poi ce lo leveremo dalle scatole”. Suona come la mitica frase: “Ma Mussolini ha fatto anche la bonifica”.

Preoccupante, non c’è che dire. Mi fanno venire alla mente gli italiani, e non solo, di religione ebraica che messi sull’avviso di ciò che stava per accadere rispondevano “Ma io sono fascista, ho anche fatto la marcia su Roma”. Come è andata a finire lo sappiamo tutti.

Non è questione di che percentuali raggiungerà Grillo e il suo movimento, è l’involuzione del pensiero, non solo politico, degli italiani che desta preoccupazione.

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