I cattolici con Monti e i vantaggi per il Pd
Top

I cattolici con Monti e i vantaggi per il Pd

Non sembra piacere ai Democratici l'idea che la lista Monti diventi un riferimento politico dei cattolici. Eppure potrebbe essere un bene, con la fine della dottrina Ruini.

I cattolici con Monti e i vantaggi per il Pd
Preroll

Desk Modifica articolo

9 Gennaio 2013 - 11.10


ATF

Certezze non ve ne sono, ma il gruppo dirigente del Pd non sembra apprezzare l’idea che la Lista Civica per Monti diventi, se i voti lo consentiranno, una sorta di soggetto politico di riferimento dei cattolici. All’apparenza è comprensibile, ma guardando un po’ oltre si può dire che se questo accadesse potrebbe essere un bene.

La storia recente nel nostro Paese si è caratterizzata per il rompete le righe dei cattolici in politica. Benedetto in particolare dal cardinale Camillo Ruini, questo sistema del “crescete, diffondetevi e moltiplicatevi” ha prodotto di fatto un risultato: i cattolici sono ovunque, condizionano un po’ tutti i partiti dall’interno, ma la vera trattativa si fa con le gerarchie cattoliche, e il vescovo diventa una sorta di ministro ombra.

L’idea di aggregare un soggetto nel quale i cattolici si rinnovano, lasciando fuori i vecchi arnesi dell’integralismo affarista dell’epoca berlusconiana, e diventano una sorta di punto di riferimento per l’area cattolica era, sarebbe, liberatoria per i cattolici e per il Pd. Perché così facendo le trattative future sui tanti temi su cui nel bene e nel male la voce dei cattolici va sentita non si farebbe più con le gerarchie, ma con un soggetto politico.

Leggi anche:  Michele De Pascale: breve storia del giovane dirigente del Pd eletto presidente dell'Emilia Romagna

La grande stagione referendaria, tutto sommato, c’è stata ai tempi dei governi Dc, mentre dopo, ci sono stati fronti astensionisti, ingerenze dirette, partiti o commissariati o divisi. Nella stagione ruiniana le cose sono cambiate, per il peggio, per tutti: partiti, diritti, chiesa.

Un modello nuovo non significa certo che un cattolico non possa candidarsi dove gli pare, questo è sempre accaduto, anche ai tempi della Dc. Ma lo faceva in quanto espressione della sua personalità politica e culturale, della sua molteplice identità. Magari anche di una associazione cattolica politicamente orientata. Ma non di più. Non c’era il “delegato vescovile” in ogni partito. Il sistema ruiniano del divide nei partiti politici et impera dalla Cei ha gravemente nuociuto al cattolicesimo politico e alla Chiesa. Non si capirebbe proprio perché il Pd lo dovrebbe difendere.

Native

Articoli correlati