Il "caso desistenza" con gli arancioni. Il Pd smentisce
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Il "caso desistenza" con gli arancioni. Il Pd smentisce

L'annuncio di Orlando: "Me lo ha chiesto Franceschini". Il quale smentisce: "Nessuna proposta di accordo, ho solo fatto presente che ci danneggiano per il Senato".

Il "caso desistenza" con gli arancioni. Il Pd smentisce
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14 Gennaio 2013 - 19.09


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La dichiarazione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando questo pomeriggio, è stata praticamente una dichiarazione di guerra. “”Dario Franceschini mi ha contattato
questa mattina a nome del Pd e mi ha proposto un accordo di
desistenza, cioè mi ha chiesto di non presentare le nostre
liste in regioni chiave quali la Sicilia, la Campania e la
Lombardia. Credo siano molto preoccupati per la continua
crescita della nostra lista Rivoluzione civile – ha spiattellato Orlando a tuti gli organi di comunicazione – E’ una proposta che fa seguito a mille
rifiuti del Partito democratico – aggiunge Orlando – che, nei
mesi scorsi e nelle ultime settimane, ha opposto un netto no a
qualunque dialogo per costruire una vera alternativa
intransigente al berlusconismo e al montismo. Se questa dovesse
essere una proposta elettorale francamente ritengo che sia una
cosa molto modesta. Non comprendiamo se sia o meno un segnale
di un ravvedimento del Pd che intende troncare ogni rapporto
con Monti e con il montismo per costruire finalmente
un’alternativa credibile di governo. La riposta puo’ darla solo
il Pd. Io non posso che portare questa richiesta nella cabina
di regia di Rivoluzione civile”.

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Insomma, Rivoluzione civile – evidentemente sicura dei suoi voti, e soprattutto certa di essere una spina nel fianco per il Pd – gioca le sue carte per ottenere ascolto dai “cugini” del Partito democratico. Ma i Democrat non ci pensano proprio, almeno per ora, a “compromettersi” con il movimento di de Magistris e Ingroia, che potrebbe drenare voti a Sel, la “costola sinistra” del Pd. Anche perché – secondo i think tank del Pd – se c’è qualcosa che danneggia la coalizione di Bersani è il vago sentore di Sinistra arcobaleno che l’accordo con il partito di Vendola si porta dietro. Figurarsi un apparentamento con Igroia, che aldilà di tanti bei nomi della società civile ha in pancia gli “asset” di Prc, Pdci e Idv.

Quindi dopo l’annuncio-verità di Orlando il Pd si è affrettato a smentire. Anche se non ha potuto negare che quella telefonata sia effettivamente avvenuta. E’ così: Franceschini ha telefonato a Orlando e gli ha chiesto di convincere De Magistris e Ingroia a non presentare liste al Senato in quelle regioni “ballerine” che potrebbero consegnare la vittoria allo schieramento di Berlusconi nella “camera alta”. Ma, giura Dario Franceschini “non ho proposto alcun accordo, ho solo detto in provato quello che ripeto da giorni in pubblico: “Ho fatto una semplice constatazione aritmetica più che
politica: per come e’ fatta la legge elettorale al Senato – ha spiegato Franceschini –
nelle regioni in bilico, come Lombardia, Sicilia e Campania, la
presenza della Lista Ingroia rischia di far vincere la destra,
rendendo il Senato ingovernabile. Tutto qui”. In quanto a un possibile patto che permetta alla lista Ingroia di essere considerata in qualche modo “amica” della coalizione di centrosinistra Franceschini dice: “Mi pare fin troppo
evidente come non vi sia alcuno spazio per una qualsiasi forma di
accordo politico con la Lista Ingroia , anche per rispetto delle
legittime ma profondamente diverse posizioni politiche tra noi e
loro”. Lo stesso ha assicurato Enrico Letta twittando: “Nessun negoziato con Ingroia. Rivoluzione Civile
si assuma le proprie responsabilità – scrive Letta – la
nostra coalizione decisa da 3milioni italiani”.

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Insomma, anche nel messaggio di Letta si intiusce la preoccupazione del Pd. La lista Ingroia è una mina vagante, a causa del “porcellum” che assegna ilpremio di maggioranza al Senato su base elettorale, furbissima “assicurazione sulla vita” per la coalizione di centrodestra che ha vita più facile in alcune regioni, che sono anche le più popolose, come Lombardia, Sicilia, ma anche Campania.

Ed è proprio in Campania che la Lista Ingroia rischia di fare molto male al Pd, visto che Gigi De Magistris, sindaco di Napoli, certamente farà incetta di voti. Alcuni sondaggi lo danno tra il 10 e il 12%. Devastante per il Pd. Ma De Magistris ha rilasciato una dichiarazione che non lascia molte speranze a un’ipotesi di trattativa: “Per quanto mi riguarda non esiste
nessuna possibilità di raggiungere un accordo di desistenza al
Senato! – ha scritto sul sito
www.movimentoarancione.com –
Sono fermamente contrario perché si snaturerebbe
l’essenza stessa di Rivoluzione Civile, una lista candidata a
vincere le elezioni in quanto alternativa al polo centrista di
Bersani e Monti”.

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