L'ideona di Berlusconi: Draghi al Quirinale
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L'ideona di Berlusconi: Draghi al Quirinale

L'ex premier dice di non avere "ambizioni" per il Colle e fa il nome del presidente della Bce. Sulla Boccassini: "Dovrebbe essere processata".

L'ideona di Berlusconi: Draghi al Quirinale
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15 Gennaio 2013 - 09.43


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Questa mattina è ospite da Omnibus, La 7. Ieri a Sky, Lo Spoglio condotto da Ilaria D’Amico. E il bello è che non si ripete mai: un repertorio infinito, ogni giorno con una notizia. Se non è strategia comunicativa questa…

Oggi il capo della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi accende i fari sul Quirinale, che aveva già cominciato sapientemente a illuminare ieri dicendo di avere in mente “un nome stimato dalla sinistra”. Oggi dalla tribuna di Omnibus, Berlusconi ci fa la grazia di svelare l’ideona: è Mario Draghi, il giovane capo della Banca centrale europea: “Sono io che l’ho voluto alla Bce”, dice quando gli si chiede se non sia ascrivibile alla sinistra “se ci fosse una maggioranza che lo proporrebbe io lo voterei”. Persona molto capace, Mario Draghi. Ma, certo, sarebbe meglio che l’uomo del Quirinale sia passato almeno una volta per il parlamento.

Omnibus è anche l’occasione per affrontare di petto il processo Ruby, su cui ieri il tribunale ha deciso di continuare il dibattimento anche in campagna elettorale. Anche qui strategia chiarissima: attacco e diffamazione. “Sono preoccupato di tutti processi che si svolgono a Milano”, ha detto l’ex premier, insultando il procuratore della Repubblica di Milano Ilda Boccassini: “Sarebbe da processare per tutti i soldi che fa spendere su accuse inesistenti”. “Una condanna ingiusta – ha aggiunta – porterebbe ancora di più il popolo delle Libertà a votarmi”. Ma questo, ovviamente, è tutto da vedere.

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D’altronde, dice lui, le condanne lo spingono in politica (questo è sicuro). E’ stato così per la condanna sul processo Mediaset, che è “stata una concausadella decisione di tornare in
campo e togliere la fiducia al Governo Monti”.
“C’era già – ha spiegato Berlusconi – la conoscenza dei
sondaggi che il Pdl senza di me era al 10% e c’era la
consapevolezza di cosa sono stati capaci di combinare questi
giudici. Allora mi sono detto, non è possibile che io non sia
di nuovo in campo per lottare contro questa patologia”.

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