Beppe Grillo torna a far parlare di sé con il suo “Tsunami Tour” in cui tocca sentirne di tutti i colori. Il partito che secondo i sondaggi sfonda il 10% e arriverebbe a sfiorare il 17% ha un programma molto vago (in cui praticamente elimina tutte le leggi, dalla Gelmini alle Comunicazioni, per far cosa non è chiarissimo) ma si imbibisce di sollecitazioni sempre più preoccupanti. Oggi durante il comizio di Brindisi Grillo ah proposto addirittura “l’eliminazione dei sindacati, vecchi come i partiti”. “Voglio uno Stato con le palle che difenda il lavoro”, ha detto.
Poi è tornato a spiegare il suo programma: “Proteggiamo il mercato interno. Non posiamo lasciare
andar via tutto. Mettiamo un dazio ai cinesi, vaffanculo. E’
quello che fanno gli Stati Uniti. Si protegge l’economia interna.
Voglio uno stato con le palle che dica basta”.
“Voglio una banca di Stato – ha aggiunto Grillo- il presidente
della Repubblica ne diventa il presidente ad honorem e poi fa
micro credito alla piccola e media impresa”. E ancora, propone
Grillo, “l’attribuzione del made in Italy deve andare solo alle
aziende che producono in Italia”.
“Qualsiasi governo durerà sette otto mesi se non ci siamo noi. Se non andiamo noi al governo c’é il rischio che ci vadano gli estremisti di destra o di sinistra, noi andiamo con una penna a fare la nostra rivoluzione”.
“Io voglio decidere attraverso un referendum per dire sì o no al Mali, è questa la via. Perché poi arrivano le ritorsioni e ci mettono a rischio di attentati”. “Stiamo di nuovo entrando per missioni di pace in guerra – ha aggiunto – Siamo un impianto logistico per i francesi che bombardano il Mali. Noi abbiamo l’articolo 11 della Costituzione che ci impedisce di fare questa cosa”.
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