Sorpresa Grillo: mi vedrete anche in tv
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Sorpresa Grillo: mi vedrete anche in tv

Il capo di M5s a Ravenna chiede il reddito di cittadinanza e annuncia il suo ritorno in tv durante l'ultima settimana di campagna elettorale. Ci è dovuto, dice.

Sorpresa Grillo: mi vedrete anche in tv
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26 Gennaio 2013 - 17.28


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“Faremo una sorpresa, l’ultima settimana della campagna elettorale vado in tv, vedremo dove, sceglieremo una radio e un programma tv”. Beppe Grillo durante la tappa di Ravenna del suo Tsunami Tour sorprende tutti. Il comico genovese pensa alla tanto odiata tv, lo schermo dove lui ha mosso i primi passi di notorietà . Grillo ha detto di non aver ancora deciso la rete televisiva, ma non esclude la Rai. “Mi stanno corteggiando tutti – ha detto – anche se in realtà sono spazi dovuti”.

Sarà interessante vedere una bella Tribuna politica di una volta con Grillo che dialoga di politica con Mario Monti. E se ci fosse anche Berlusconi? Puro spettacolo. Ci sarebbe la fila, telecomando in mano, per assistere. Poi le dichiarazioni politiche: “Senza soldi e chiedendo l’elemosina siamo diventati la seconda o forse la prima forza politica del Paese”. L’introduzione del reddito minimo di cittadinanza sarà una delle priorità del Movimento Cinque Stelle quando arriverà in Parlamento, lo ha anche detto Grillo. “Serve una rete di sopravvivenza – ha detto – con un reddito di cittadinanza di mille euro per tre anni che serve per non morire di fame. Il lavoro è diventato ormai una parola orrenda, dietro ci si nasconde qualsiasi cosa. Il reddito di cittadinanza serve per tenere in vita chi perde il lavoro. I soldi li troveremo chiedendo sacrifici a tutti e togliendo i tre miliardi di rimborsi elettorali che prendono i partiti, abolendo le Provincie e accorpando i Comuni piccoli, risparmiando i soldi per le missioni all’estero e combattendo l’evasione fiscale. Serve poi un sistema di collocamento e chi non accetta le offerte perde il sussidio. Non ci inventiamo niente, lo fanno in tutta Europa”. Parlando di lavoro a Ravenna, Grillo è tornato ad attaccare i sindacati confederali definendoli “collusi come i partiti” e ha rilanciato la proposta di mettere i rappresentanti dei lavoratori nelle proprietà delle aziende.

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