B. riabilita il fascismo, Italia fuori dall’Europa
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B. riabilita il fascismo, Italia fuori dall’Europa

La campagna elettorale tocca il punto più basso, se ne accorgono anche all’estero. B. occupa la scena e non si parla più delle sofferenze immense del Paese<br>

B. riabilita il fascismo, Italia fuori dall’Europa
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27 Gennaio 2013 - 18.19


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Di Francesco Peloso

Alla fine l’ha fatto: senza più infingimenti B. ha riabilitato l’unico modello che nella storia disgraziata d’Italia gli rassomiglia: il cavaliere Benito Mussolini. Peccato, dice, per le leggi razziali, emanate più per compiacere l’alleato nazista che altro. All’estero, ancora più che da noi ormai abituati a tutto e al peggio, simili parole da parte di un ex presidente del Consiglio hanno destato sconcerto e fastidio. Tanto più che sono state pronunciate in concomitanza con le celebrazioni della Giornata della memoria, ovvero il ricordo della Shoah con quanto – e non è poco – ha da insegnarci ai nostri giorni.

Nel frattempo usciamo da un quinquennio orrendo in cui ex fascisti mai del tutto redenti come il sindaco di Roma Gianni Alemanno o il candidato alla Regione Lazio Francesco Storace, tanto per citare due fra i più noti, hanno avuto voce e ruolo grazie al campione di Mediaset che non contava nelle sue fila solo i Cosentino e i Dell’Utri. E fanno pena, al ricordo, gli omaggi in ginocchio di qualche ex missino, alle comunità ebraiche nel corso degli ultimi anni; atti quasi osceni e vergognosi nella mistificazione della storia che aveva come obiettivo quello di cancellare la Repubblica e il suo fondamento costituzionale.
Oggi pomeriggio parole di condanna dure e inequivocabili sono arrivate alla fine da Renzo Gattegna, presidente delle comunità ebraiche italiane.

E tuttavia anche all’interno di quel mondo – componente essenziale e antichissima della nostra identità di italiani – dovranno essere riviste le compiacenze e le strette di mano elargite con troppa facilità a una destra che nel proprio dna vantava le persecuzioni della seconda guerra mondiale e l’alleanza con Hitler. Forse maggiore attenzione andava posta nel separare la difesa di Israele da una storia e una memoria che, nelle sue radici e conseguenze, non può essere cancellata e certo arriva fino a noi.

Ma c’è dell’altro. Mentre davvero questo Paese vive condizioni di crisi sociale drammatiche e disperanti per milioni di persone, la campagna elettorale si avvita sull’assurdo e sulla vergogna. Un B. evidentemente impossibilitato a dire qualcosa di fondato su qualsiasi argomento, ha cercato di raccattare i voti dell’estrema destra, segno che i sondaggi, al di là delle chiacchiere e delle rappresentazioni di comodo di questi giorni, non sono poi così felici.

Un pezzo minoritario ma di certo non inconsistente della società italiana, del resto, coniuga lo sfacciato interesse privato, la vocazione all’illegalità e all’antistato, con la tendenza ridanciana e gaglioffa alla riabilitazione del fascismo; sono gli stessi che tollerano le aggressioni ai gay e che considerano puttane le donne. E’ un blocco sociale e antropologico, ultrareazionario, speculatore in economia, contrario a ogni principio di solidarietà che fin troppo è stato vellicato dalla classe politica nell’ultimo ventennio.

Della memoria e della nostra identità collettiva stracciata nuovamente in queste ore, inutile dire. Resta una considerazione. Affermazioni come quelle di B. ci pongono, una volta di più, fuori dall’Europa civile e democratica e ci avvicinano all’Ungheria ultranazionalista e fascistoide di questi anni guidata da Viktor Orban, non a caso l’unico sostenitore pubblico che il Cav. possa vantare nell’intera Unione. A questo punto sarebbe degna decisione di un Paese civilizzato l’espulsione politica e morale di B. e dei suoi dal dibattito pubblico, ma dubitiamo che un tale scenario possa davvero verificarsi.

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